Ci sono due lati del potere in una democrazia autoritaria: c’è la repressione del dissenso, l’imposizione del pugno di ferro fascista visibile nelle manifestazioni oramai controllate, nel tentativo di spezzare lo spirito ai giovani manganellandoli, indagandoli e identificandoli, arrestandoli e processandoli per direttissima, e persino, rimuovendo una bandiera palestinese e uno striscione “Palestina Libera” come è accaduto al fotografo e documentarista Giulio Tonincelli a Brescia qualche giorno fa.
Nonostante la non illegalità della sua azione, le forze dell’ordine, che ricordano in questo caso le camicie nere di Italo Balbo, sono intervenute più volte fino a entrare in casa e con la forza e a rimuovere bandiera e striscione. Se ne parla poco, ma questo accade tutti i giorni, e fa parte del metodo della rana che viene bollita viva e non se ne rende conto perché l’acqua viene scaldata gradualmente: noi siamo la rana, siamo una rana che pian piano vede una modifica sociale costante e graduale, dall’abolizione dell’abuso d’ufficio creando un habitat favorevole alla corruzione, al sopruso e all’ingiustizia, fino al trasferimento dei fondi per l’educazione sessuale ai Provita, financo alla velocissima norma anti-rave e anti-manifestazioni e anti-blocchi stradali, per arrivare infine ai decreti sicurezza che hanno creato una marea di nuovi reati incredibili per quella che dovrebbe essere una democrazia e che invece è una democratura, una nazione che ha una Costituzione stupenda ma che proprio attraverso la democrazia vede diffondersi il cancro nero.
Preoccupa moltissimo la piega distopica che sta prendendo la realtà, preoccupa molto l’istituzionalizzazione dell’odio come negli anni venti e trenta del secolo scorso, e noi italiani dobbiamo ricordare che eravamo non solo complici, ma coautori dello sterminio degli ebrei, degli omosessuali, delle lesbiche, dei rom e dei sinti, noi stessi avevamo i campi di concentramento, e quello che sta accadendo attualmente con i migranti in Libia non sembra molto distante dai lager italiani, francesi, tedeschi e balcanici di non lontana Memoria.
Avevamo parlato di due lati del potere, e il secondo è l’imposizione di sé, l’immagine di casta politica “rafforzata”, il “me ne frego” di Daniela Santanchè anche dopo due rinvii a giudizio, l’affezione al potere, la necessità il avere il potere che è arrivata allo stadio mussoliniano del “me ne frego”.
Il potente non risponde alle domande dei giornalisti e non risponde alle necessità del popolo ma soltanto alle proprie necessità, il potente s’impone con il suo potere narrando una storia tutta sua.
È nel metodo del fascismo trasversale forzare all’accettazione di un pensiero omogeneo, comporre una musica di un’unica nota che tuttə siamo obbligatə ad ascoltare. È nel metodo fascista rimanere al proprio posto nonostante la dimostrazione palese della propria corruzione e inadeguatezza.
Il potente imbavaglia il giornalista e le minoranze, il potente manipola l’informazione, e parliamo di potere, non solo di politica, ma anche di potenti come Musk che manipolano la politica, parliamo dell’economia che possiede la politica e l’informazione e vice versa; il potente toglie valore alle libertà di alcune categorie di esseri umani e ne conferisce di più a sé stesso, però un giorno arriveranno anche da voi come giungono dagli immigrati, dai manifestanti, dai giornalisti, dai gay e dalle femministe.
(28 gennaio 2025)
©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata