di Daniele Santi
Appena uscita vincitrice, anzi trionfatrice, anzi nuova regina d’Europa, grazie all’insediamento di Fitto a una delle tante irrilevanti vicepresidenze europee, insediamento che non è una vittoria politica perché l’Italia ha diritto a una poltrona di quel tipo in Europa, ci si mette di mezzo Tajani, tra Meloni e la vita eterna.
E dà ancora più fastidio perché Tajani era il fratello poveraccio della coalizione, quello che si poteva pesticchiare sui alluci e quinti diti a piacimento, sbugiardandolo un po’ perché tanto lui era il terzo della coalizione, ma adesso Forza Italia è la seconda forza della coalizione, e Tajani ha detto basta. Siamo al reginicidio: la signora in bianco è furiosa e, raccontano orribili quotidiani comunisti alla domanda di Tajani “Parliamo qui?” (le stava indicando una saletta dove fermarsi per parlare) risponde con il garbo che le è proprio “Non lo so, sei te che stai a organizza’ ’sta cosa”.
Poi è il solito hanno hanno hanno detto con gole profonde dal transatlantico che raccontano che Meloni si lamenta nella sua valle di lacrime e dolori, nei suoi “ti avevo chiesto di abbassare i toni (….) ho già il Quirinale che ci frena su tutto” – non bastavano giudici, migranti, scioperi e PD, povera donna – “che crea problemi su ogni emendamento che presentiamo in Parlamento. Ti avevo detto: non è il momento. E tu hai comunque votato contro il governo”. Lo ha fatto subito dopo anche Salvini, non che sia un dettaglio. Ma il colpevole è Tajani.
Non andremo oltre con la cronaca del vittimismo ormai stantio al quale la presidente del Consiglio ci ha abituati, ma è difficile non pensare che dietro ai turbamenti di Tajani non ci possano essere elementi di insofferenza direttamente da casa Mediaset nei confronti di un governo che non andrebbe nella direzione che la corazzata dei berluscones auspicherebbe nonostante le dichiarazioni di Marina Berlusconi che parlavano di rispetto e stima per Meloni. Ma sappiamo quanto in fretta le cose cambino. Si grida, più che sussurrarlo, che dalle parti di Mediaset non sono proprio del tutto allineati con questo governo soprattutto quando ci sono proposte, come quella di Salvini, che potrebbe penalizzare l’azienda proprio dal punto di vista della raccolta pubblicitaria.
All’interno di questa bagarre da teatrino della politica, da parole dell’Augusto Fondatore, ci sono cinquecentomila cittadini invisibili che non possono più comprarsi le medicine dei quali al governo non interessa un accidente, svetta l’avvertimento di Lupi, quello di Noi Moderati dell’1%, che ricorda come di questo passo il governo possa vedere da dove parte, ma non sapere dove andrà a finire (il verbo appropriato era sbattere, ma è un dettaglio).
(28 novembre 2024)
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