Chissà come ci si sente a inserire la parola “omosex” tra virgolette in un titolo che riguarda il matrimonio ugualitario in Grecia, in pieno 2024 e con sprezzo del rispetto per le persone dello stesso sesso, donne o uomini che siano, che si trovano di colpo proiettati in un clima da bordello anni ’70 o di pruderie da giarrettiera puzzolente, da giornalacci che preferiremmo dimenticare. Chissà come ci si sente.
Non benissimo, se poi cliccando e scorrendo la pagina ci scopre che il titolo diventa un assai più umano e dignitoso “La Grecia dice sì al matrimonio egualitario e alle adozioni per genitori dello stesso sesso” con articolo al seguito.
Certo un titolo è solo un titolo, ma è da quello che si dovrebbe capire la natura dell’articolo. Purtroppo si tende invece a celebrare l’arguzia [sic] del titolista. Ed è molto triste per quello che è stato un tempo uno dei quotidiani più prestigiosi d’Italia oggi in caduta libera.
(16 febbraio 2024)
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