di Profano & Trash
Ecco direttamente dalla terra promessa d’antan, uno splendidamente mummificato Eros Ramazzotti riesce in un’impresa che soltanto i grandi possono permettersi: riduce quella bella canzone a una versione minore di un brutto pezzo in origine, come sei i quarant’anni di carriera passati non fossero serviti a niente. E forse questa è la realtà: nonostante i milioni di dischi venduti, la carriera non c’è stata. Basta che cantino. E lui canta una bella canzone peggio di quarant’anni fa.
Poi Ramazzotti, non pago, parla: dice che c’è una terra promessa che “certi bambini non vedranno mai” e un brivido d’orrore percuote le nostre stanche membra. Poi finisce, perché tutto ha fine, ma non si capisce il senso di ciò che c’è stato. Come succede alle teste di certi maschi alfa o certe femmine alfa che vivono secondo la loro percezione della realtà senza rendersi conto della realtà oggettiva, che a spiegarglielo nemmeno lo capirebbero.
Il resto è la cantante dei Ricchi e Poveri incartapecorita con la disperazione di chi ballucchia come se avesse vent’anni ed è vicino agli ottanta e un davvero insopportabile Amadeus che dice a Russel Crowe: “Tu per noi sei una leggenda”. No Amedeo leggenda lo sarà per te: il suo livello attoriale è scarso, è un musicista appena accennato, canticchia bene (le sue coriste invece sono straordinarie) e se è stato un adone il suo adipe se lo è dimenticato. Sarà pure una leggenda, ma non per noi. Per dire, Ama, giusto per dire.
Perché con tutti quei plurali, va detto, un po’ c’avete rotto il cazzo.
Poi arrivano persino le canzoni, più o meno inascoltabili, c’è una che si chiama Amoroso che sembra un amaro destino più che un cognome, un gran sballottarsi nomi altri, le gag di Fiorello che ormai anche quelle, la Favolosa Donna Mannino una delle poche che riesce a utilizzare le stesse pause di quindici anni fa, e meno male che c’è un Mahmood: sono almeno quattro le melodie che intreccia nel delizioso ponte centrale della sua canzone. E’ bravissimo. Se ci va bene imparerà anche a vestirsi.
Insomma peggio non potrebbe andare. Ma il popolo ingoia e Sanremo, sempre più una quasi vergognosa macchina da soldi, trionfa nei dati d’ascolto.
(9 febbraio 2024)
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