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La Commissione d’Inchiesta sul Covid che spaventa i trasparenti spaventati dalla trasparenza

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di Claudio Desirò

Sono entrati in Parlamento per aprire la scatoletta di tonno. Poi, ci si sono accomodati dentro ed ora che la scatoletta è la loro, hanno paura della trasparenza, della verità, di quell’onestà (honestahhh a modo loro) tanto proclamata per anni, accompagnati in questo dagli alleati PD e sinistra radicale, con cui erano al Governo all’epoca della Pandemia.

Una commissione che potrebbe fare luce su quanto accaduto e deciso durante l’emergenza, sia sul piano delle procedure, che su quello normativo e delle forniture che, evidentemente, spaventa coloro che quelle procedure, quelle norme e quegli acquisti hanno messo in atto. Non tutti però, perché Italia Viva, che nell’Esecutivo Conte II aveva dei Ministri e faceva parte della maggioranza che lo sorreggeva, ha votato a sua volta a favore della commissione, coerentemente con la posizione assunta fin dall’inizio dell’emergenza.

Una commissione che indagherà su tutto, permettendo di approfondire argomenti probabilmente scomodi per l’allora Presidente del Consiglio Conte, per il suo super commissario Arcuri, per tutto il MoVimento dell’onestà, ma evidentemente scomodi anche per il PD e per quell’espressione della sinistra radicale che contava non poco, con il Ministro della Salute Speranza, sua diretta espressione.

Fare chiarezza sull’arrivo delle truppe russe in Italia, ad esempio, sembra il minimo sindacale per dare delle risposte chiare al Paese, anche e soprattutto alla luce di quanto accaduto negli anni successivi alla pandemia ed ancora in corso. Duecento militari russi, probabilmente spie, ai quali si era dato libero accesso ovunque. Dare una spiegazione allo sperpero di denaro pubblico in acquisti, quantomeno incauti, come i famosi banchi a rotelle voluti dall’allora Ministra dell’Istruzione grillina Azzolina, dovrebbe essere un desiderata di coloro che facevano di parole come “onestà” e “trasparenza”, il loro mantra. D’altronde, se sono stati chiari, onesti e trasparenti, non dovrebbero temere nulla.

Argomenti sensibili che per essere affrontati richiedono una buona dose di onestà intellettuale, qualità che probabilmente manca a certe latitudini.

Temi spinosi, come spinoso sarà il capitolo riguardante gli acquisti di materiale sanitario: dalle mascherine non conformi ai respiratori inutilizzabili e che ancora giacciono come nuovi negli scantinati di alcune strutture sanitarie del nostro Paese, tutti provenienti dalla Cina e che hanno portato, a quanto sembra emergere, ad importanti provvigioni sui fatturati. Fatti su cui diverse indagini penali sono in corso, ma che necessitano anche di una spiegazione politica e dell’assunzione della responsabilità della scelta da parte di chi di dovere. Mascherine pericolose la cui pericolosità per salute è già stata tra l’altro accertata dalla commissione d’inchiesta interna istituita dal commissario Figliuolo: più di 330 milioni di pezzi, voluti ed ordinati da Arcuri ed il cui solo deposito causava una spesa di un milione di euro al mese per le Casse dello Stato. Milioni di Euro di tutti noi sperperati e che hanno causato a cascata ulteriore dissipazione di risorse pubbliche. Fatti che richiedono chiarezza, così come la decretazione d’urgenza, con DPCM limitanti del tutto le libertà personali del singolo, quotidianamente emanate e diffuse nottetempo negli immancabili show dell’inquilino di Palazzo Chigi, in conferenze stampa simili a stand up comedy, con l’uomo solo al comando. Certo la nascita in contemporanea dei famosi gruppi delle sedicenti “Bimbe di Conte”, gonfiava l’ego del Premier che si sarà fatto prendere la mano.

E mentre si decretavano misure sempre più stringenti, non si è messo mano a tutta quella serie di problematiche impattanti la diffusione del virus che nelle gravi ondate successive si sono mostrati continui e gravi punti deboli del contenimento della pandemia: dai trasporti mai potenziati al piano pandemico, dal potenziamento delle terapie intensive e sub intensive alla medicina territoriale. Problematiche a cui ancora oggi si deve mettere mano per aggiornare la materia e portarla in linea con le esigenze evidenziate in un anno e mezzo di emergenza continua.

Tutti fattori critici che la commissione d’inchiesta andrà ad analizzare per dare risposte, per valutare responsabilità e per provare a non ripetere più i tanti eventuali errori commessi dal 2020 in avanti. Responsabilità eventuali che qualcuno ha paura emergano perché un conto è andare al Governo urlando slogan da quattro soldi, altro conto è quando al Governo ci si deve assumere la responsabilità delle scelte e le conseguenze che ne derivano. Ma si sa, responsabilità e conseguenze sono parole sconosciute per il populismo pentastellato e che spaventano da sempre anche buona parte della sinistra.

 

(10 novembre 2023)

©gaiaitalia.com 2023 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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