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Silvio era “uomo d’onore” e “l’onda lunga” ancora una volta è stata tutta per lui

di Vittorio Lussana

Anche Silvio Berlusconi ci ha lasciati. E adesso, non ci resta che sopportare il servilismo stucchevole di cortigiani e maggiordomi. Qualcuno, in questi giorni, ha rispolverato tale definizione – quella dei maggiordomi – coniata dal sottoscritto in una famosa conferenza stampa, in cui feci sobbalzare sulla sedia persino Gianni De Michelis. Ma bisogna anche dire che, negli ambienti berlusconiani, sono stato spesso ascoltato. Ero un rosso a cui si voleva bene, benché si sapesse cosa pensassi del capo. Perché a destra, quel che li ha fatti sempre impazzire era la differenza tra i miei sentimenti di amicizia personale, nei quali sono un fanciullo, rispetto a quanto andavo scrivendo col mio stile estetizzante: una sorta di Gabriele D’Annunzio, per intenderci.

Sia come sia, che vi fosse nobiltà nelle mie opinioni, a destra veniva compreso. Pur considerando molte mie idee come bizzarre o impraticabili. E alcune intuizioni sono state regolarmente pescate, anche se con tempistiche diverse. In questo genere di cose, Silvio Berlusconi era più intelligente di tutti gli altri, benché sapesse che, politicamente, fossi il primo a lamentarmi del suo non fare. Ho speso più di un decennio per convincerlo che molte cose si potessero realizzare attraverso alleanze periodiche con la sinistra. Solo negli ultimi anni lo aveva compreso. Perché a sinistra, quando si sta con me, si sta con me. E nessuno deve temere niente, perché sono considerato “un compagno di prestigio”.

Detto questo, dobbiamo ovviamente fare la tara a tutta la retorica di questi giorni. Un funerale trasmesso a reti praticamente unificate, in cui si è sentito di tutto e di più. Cesara Buonamici (brava donna, per carità…) ha fatto la cronista da studio ed era sempre sul punto di mettersi a piangere. Mentre Augusto Minzolini, in collegamento da Roma, dipingeva una figura praticamente acritica: “Un uomo eccezionale, ha previsto tutto, ha anticipato tutti quanti, anche sotto il profilo urbanistico…”. Ovviamente, dobbiamo ricordare, che le varie volte che ha vinto le elezioni, ha condonato certi orrori che, al confronto, il laghetto dei cigni di Milano 2 è l’acquario dei pesci del mio dentista.

Il buono di quel progetto risiedeva, infatti, nella netta separazione tra il traffico automobilistico e quello pedonale, per recuperare un rapporto con la natura. Che è ciò che stiamo dicendo tutti quanti ancora oggi, ma che a destra non si vuole comprendere, perché ogni cosa viene letta in un’ottica contrattualista: se non ci sono villette da vendere, anche la natura può attendere. Tanto, ci protegge la Provvidenza divina. E un cretino qualsiasi a cui appioppare tutte le colpe si trova sempre…

Altri, invece, hanno esaltato la politica estera di Berlusconi. Una materia in cui, a parte qualche lodevole intuizione, ha giocato su più tavoli e personalizzato i rapporti. Un metodo che non ha peso a livello internazionale, perché la diplomazia non funziona così: gli accordi o i disaccordi si trovano o meno a prescindere dai leader che, in quel momento, governano gli Stati. Senza contare che, tante altre buone cose, tipo la decisione di iscrivere Forza Italia al Ppe anziché al gruppo dei liberali, è giunta, come tante altre, dopo giri di telefonate assurde, che duravano settimane intere e in cui si veniva tutti consultati. Persino su Mario Draghi alla Bce; persino su Scilipoti. Ne cito solamente un paio, perché sto andando a memoria. E non ci ho voglia di tirar fuori ogni cazzata. Nemmeno io.

Con ingenua sincerità, Red Ronnie ha spiegato in questi giorni, con un video su Youtube, chi era, cosa faceva e il modo di ragionare di Silvio Berlusconi quando si legava al dito il proprio rancore personale verso qualcuno che aveva osato dirgli di “No”, su una qualsiasi cosa e per qualunque motivo, anche il più giustificato. E ci sono tanti altri casi come il suo: una commistione concettuale tra cultura cattolica e cultura mafiosa, tendente a creare, anche all’interno di alcuni ambiti familiari, la figura della pecora nera o del disadattato, tanto per utilizzare una terminologia cara alla destra di oggi. Ecco perché, in questi ultimi anni, nonostante le sue sparate olistiche contro i vaccini, ho comunque voluto difendere Red Ronnie, mantenendolo al di fuori di molte polemiche, come per esempio quella con il professor Burioni. Esiste, infatti, una categoria di persone che finisce veramente fuori di testa, pur essendo fondamentalmente innocenti e perbene. Resta altresì vero, che il problema non si chiude affatto con la scomparsa di Silvio Berlusconi: certi pregiudizi e sincretismi continueranno, purtroppo, a incidere ancora per decenni, nel tessuto sociale di questo Paese. Con ricatti di vario genere e tipo.

Perché Silvio era “uomo d’onore”. E la famosa “onda lunga”, ancora una volta è stata tutta per lui.

 

(15 giugno 2023)

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