di Giancarlo Grassi
Se Gramellini passasse a La7 si verificherebbe che un editore puro, a capo di RCS, che ha nel Corriere e nelle sue reti televisive un grande punto di forza editoriale dal quale si guarda bene, con l’intelligenza dell’editore puro e pur lasciando liberi i suoi collaboratori, cresca a discapito della televisione di stato che si suicida agli ordini della generalissima e dei suoi colonnelli. L’operazione non è esente da rischi perché RCS è pur sempre un piatto ghiotto e, piatto ricco mi ci ficco, Cairo deve stare attento a che la melonizzazione dell’informazione e della cultura [sic] – riscrittura che potrebbe addirittura stabilire che in Italia sono tutti pericolosi comunisti al soldo di Stalin dimenticando che Stalin è morto e senza spiegare perché i nostri studenti la II Guerra Mondiale non la studiano – non colpisca con il suo poderoso maglio anche Rcs, Corriere e televisione cairiane.
Non stupisce che le notizie sull’uscita possibile di Gramellini dalla Rai verso La7 siano condite di “Devo ancora confermare”. Il “Cairo, che cxxxo fai?” è dietro l’angolo.
(1 giugno 2023)
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