di Giancarlo Grassi
E’ una grande occasione per Meloni, potrebbe dimostrarsi più atlantista di Trump e Salvini messi insieme: le basterebbe puntare il dito e imbestialirsi un po’, quattro grida a casaccio come in ogni comizio pubblico, e via. Problema risolto.
Ma la faccenda è un po’ più seria: perché sono gli 007 americani a dire che dalla “Russia sono arrivati 300 milioni di dollari a partiti politici e candidati in oltre 20 Paesi”. Paesi d’Europa. Italia compresa. Esplode Salvini: “Voglio i nomi” e poi “Ora querele” (è il solito disco rotto “Querele”, “Scontamento di bilancio di trenta miliardi”, “Se io sarà presidente del Consiglio”, “Basta falsità”, ora tornate indietro e ripetete dall’inizio). Crosetto invece ci va giù più pesante: “Facciano nomi e cognomi, questo è alto tradimento”, e via a gridare cose per essere credibili. E siamo alla scena finale con i nomi e cognomi che vengono fatti e un generale levar di scudi contro le ingerenze straniere nelle elezioni italiane e i “ci vogliono sabotare” per finire alla solita manovra del PD.
Ecco a che punto siamo: al solito punto. Sentiamo le solite risposte ad ogni sventolare di possibili corruzioni anche se la faccenda della Russia è seria e non c’è da scherzare, né bisogna dimenticare che non è la prima volta che lo tsunami Putin investe i partiti italiani – soprattutto alcuni – e poi non se ne sa più nulla. Anche stavolta non si smentiscono. Invece di un atlantista: “Fate i nomi e noi prenderemo le nostre misure e dignitosamente toglieremo dai piedi i corrotti consegnandoli alla giustizia”, siamo alle minacce di querele, alle accuse di falsità, all’alto tradimento e con Letta che dice, in un inaspettato rigurgito di innocua dignità: “Governo e Copasir intervengano”, attento a non spararla troppo grossa.
Nel frattempo Meloni grida da un comizio all’altro cose che non potrà mai mantenere e stupisce che la prima presidente del consiglio autoelettasi prima delle elezioni, non metta il suo provato atlantismo al servizio della verità anti-finanziamento russo dei partiti. Sarebbe una bella prova di distrazione di massa addirittura più utile del dire tutto e il suo contrario che oscurerebbe, una volta di più e forse più efficacemente, il suo drammatico non sapere cosa fare una volta che sarà al governo insieme a tutti coloro con i quali fa politica da vent’anni. Con l’unica novità che sono tutti invecchiati di vent’anni, anche lei, e continuano a promettere ciò che non hanno mai fatto nei tre governi precedenti. Sarebbe un bel salto di qualità mettersi a combattere i corrotti sul serio invece di promettere cose che non si ha la capacità di poter fare.
(13 settembre 2022)
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