di Giovanna Di Rosa, #lopinione
Mica perché qualcuno ce l’abbia con Meloni, ci mancherebbe altro. Anche perché per avercela con lei bisognerebbe prima averla in nota, come dicevano le nonne d’Emilia. Un esercizio nel quale non ci siamo mai particolarmente impegnati. Che la Signora ci sia o no è del tutto irrilevante, ai fini del quotidiano. Certo se non c’è, il silenzio regna e le opinioni pacate pure, ma è un dettaglio.
Certo la botta di Fanpage sulla Lobby Nera è un bel calcio nei coglioni, ad averceli: inaspettato. E l’indignazione mirata al fatto che l’inchiesta si pubblichi tre giorni prima delle elezioni è del tutto fuori luogo dovendo essere diretta, quell’indignazione, al fatto che quella Lobby Nera parrebbe stare dentro il partito di Meloni, che chiamerebbesi Fratelli d’Italia e non All’Armi siam Fascisti. E starebbe dentro l’arco costituzionale e non fuori. Intanto indaga anche la Procura. E Meloni è furiosa: “Voglio l’intero girato”. Ordino, comando e “voglio”. Pensate un po’…
Il filmato presenta episodi raccapriccianti: razzismo, pesante presa in giro di un giornalista sotto scorta, per minacce dalla parte nera della politica italiana che in qualche modo attorno a Fratelli d’Italia e Lega gravita, un “io sono la vera fascista” e via risate con perculamento del candidato Bernardo come se ne avesse bisogno, uniti ad un insopportabile senso di onnipotenza che trasuda da Fidanza, europarlamentare, capo delegazione di FdI all’UE, autosospesosi con una velocità straordinaria, per “tutelare il partito”.
Meloni dovrebbe sapere che l’ordino, comando e “voglio” è lì che deve essere diretto. Poi Meloni faccia ciò che vuole.
L’inchiesta, realizzata da Fanpage, è stata messa in onda su La7 nel programma Piazzapulita di Corrado Formigli e a seguito della pubblicazione, la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta con le ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio, lei nel frattempo, a nome di Fratelli d’Italia, ribadisce che nel suo movimento (lei dice, “nel nostro”) non c’è “alcun spazio per atteggiamenti ambigui sull’antisemitismo e sul razzismo, per il paranazismo da operetta o per rapporti con ambienti dai quali siamo distanti anni luce, né per atteggiamenti opachi sul piano dell’onestà”. E se lo dice lei.
Nel frattempo per il giornalista di Libero ospite a Otto e Mezzo si tratta di una “goliardata”. Siamo alle solite.
Guarda cosa va a succedere a una leader politica che c’ha messo anni per far dimenticare alla gente di essere stata ministra di Berlusconi ai tempi dello spread oltre i 522 punti, fermo restando che, nonostante la netta opposizione alle idee meloniane, non crediamo che Meloni incoraggi volontariamente comportamenti come quello mostrato da Fanpage nel servizio. Ugualmente siamo certi che non ci sia nell’elettorato tanta dabbenaggine come troppi leader della destra suppongono.
C’è una sola certezza: la Costituzione. Che recita: “E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.
(1 ottobre 2021)
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