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Marco Moiso, vicepresidente del Movimento Roosevelt, nipote di un Patriota: alla vigilia del 25 Aprile mi negano il rinnovo della tessera. La “colpa”, aver protestato per il boicottaggio di una pubblicazione editoriale sul leader della Lega. Come ci si può dire antifascisti, se si praticano questi metodi? Di seguito il comunicato stampa. Questo quotidiano è naturalmente aperto alle repliche dell’ANPI che pubblicherà integralmente.
Antifascismo a corrente alternata, solo per gli amici? «Mio nonno era un patriota italiano catturato e torturato dai nazisti, fuggito da un campo di prigionia grazie ai bombardamenti alleati mentre veniva portato in Germania». Si apre con queste parole la lettera aperta che Marco Moiso, iscritto all’Anpi dal 2004, rivolge alla presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Carla Nespolo, alla vigilia dell’edizione 2020 delle celebrazioni del 25 Aprile. Amara sorpresa: a distanza di 16 anni dalla prima iscrizione, si è visto rifiutare il rinnovo dell’iscrizione all’associazione che custodisce la memoria della Resistenza. Motivo: nell’estate 2019 si era battuto, a Londra, per difendere il diritto di presentare il libro “Io sono Matteo Salvini”, di Chiara Giannini.
Pubblicitario ed esperto di marketing, Moiso vive da anni nella capitale britannica. Forte il suo impegno politico democratico: di fede social-liberale, Moiso è vicepresidente del Movimento Roosevelt, che si batte per la promozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. «La lotta per la libertà da ogni forma di dittatura, tirannia e dispotismo – scrive, nella sua lettera – attraversa le mie vene fin da ragazzino, quando mio padre mi portava, sulle sue spalle, alle manifestazioni di piazza». La sua “colpa”? Aver protestato, un anno fa, per il boicottaggio – promosso proprio dall’Anpi – della presentazione, in una prestigiosa università londinese, del libro edito da Altaforte, vicina a CasaPound, organizzata dal gruppo “Vortex Londinium”. Il libro fu poi presentato, in una sala secondaria. «Intervenni alla presentazione – aggiunge Moiso – e fui verbalmente aggredito, dai partecipanti, per aver comunque ribadito di essere orgogliosamente iscritto all’Anpi».
E adesso l’associazione lo ripaga così, espellendolo? Come diceva Pier Paolo Pasolini, ricorda Moiso, ci sono i fascisti “archeologici” e quelli “nominali e artificiali”. Poi c’è il terzo fascismo, quello della “prepotenza del potere”. «Non so se sia prerogativa dell’Anpi giudicare chi siano i “nuovi fascisti”». Marco Moiso è stato duramente attaccato, prima dall’Anpi e poi dai militanti vicini a CasaPound. A scanso di equivoci, chiarisce la sua posizione: «A mio parere, era utile alla causa democratica incontrare un gruppo come “Vortex Londinium”, vicino a CasaPound, spiegando a quei ragazzi che la democrazia è un patrimonio comune, conquistato proprio attraverso la Resistenza antifascista: la democrazia è una felice anomalia storica, da difendere a tutti i costi».
Protesta, Moiso: «Tanto rumore per cosa, poi? Per aver difeso il diritto democratico di presentare un libro?». Dava fastidio, quel volume, perché dava la parola al leader della Lega? «Noi non riteniamo certo che Matteo Salvini sia espressione di alcun “fascismo”», sottolinea oggi il vicepresidente del Movimento Roosevelt. «Semmai è il legittimo e discutibile rappresentante di un partito, avversario politico di altri partiti e movimenti altrettanto legittimi e discutibili». Aggiunge Moiso: «In democrazia esistono gli avversari, con cui ci si confronta pacificamente e civilmente, non i “nemici” oggetto di demonizzazione».
Piuttosto, vogliamo parlare dell’unico fascismo attuale? Eccolo: «E’ il “fascismo bianco” di certi segmenti del mondo finanziario: è una nuova forma di “fascismo” potente, silenzioso e trasversale ai partiti. Il “fascismo bianco”, che ha piegato il popolo greco il seguito alla crisi economica del 2008, ieri sosteneva che “i mercati insegneranno all’Italia a votare”, e oggi nega all’Italia l’aiuto economico vitale per fronteggiare il coronavirus e a rilanciare l’economia, preparandosi anche ad attivare “task force” per limitare la libertà di espressione, con la scusa delle fake news».
Limitare la libertà di espressione con l’alibi delle bufale sul web – insiste Moiso – vuol dire istituire una forma di censura, che può diventare facilmente dispotismo politico-mediatico, liberticida e antidemocratico». Conclude: «Questi sono i temi dei quali, a mio parere, l’Anpi si dovrebbe occupare». Sulla vicenda interviene anche Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt: «Con che coraggio l’Anpi si proclama antifascista, se poi pratica metodi fascisti?».
Sull’argomento potete leggere anche:
La lettera aperta alla presidentessa dell’Anpi
(23 aprile 2020)
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