di Giancarlo Grassi #Politica twitter@gaiaitaliacom #Vitalizi
E fu così che il M5S si incazzò a morte perché il Senato rifiutò la discussione dell’emendamento alla Legge di Bilancio che rendeva definitiva l’abolizione dei vitalizi, così come proposto da Matteo Ricchetti e che era stata approvata in luglio.
Era stato lo stesso Matteo Richetti, deputato del PD e autore della proposta, a tentare di far inserire la sua legge all’interno della manovra finanziaria, ma gli è stato risposto che la proposta non era ammissibile. Così che grazie alla campagna elettorale che ha portato alla vittoria del “no” al referendum del dicembre 2016, campagna cavalcata con la consueta ferocia, e la consueta incoscienza, dal M5S; ora gli adepti di Grillology possono accusare gli altri di non volere l’aboizione dei vitalizi quando, abolito il Senato, ci sarebbe stato bisogno di una sola approvazione, anziché il consueto andata e ritorno da Camera e Senato al quale siamo disgraziatamente abituati. Nel frattempo, ma si guardano bene dal dirlo, anche Di Maio e i suoi amichetti ricevono l’odiato vitalizio, tanto non è colpa loro.
Chi non lo riceve è proprio Matteo Richetti, che c’ha rinunciato per decisione propria, già da tempo e che vede la sua proposta di legge sepolta al Senato da chi ora ne reclama a gran voce l’approvazione. ne deriva che, con lo scioglimento delle Camere alle porte, l’approvazione della Legge Richetti è rimandata a data da destinarsi. Cioè a chissà quando.
Anche per questo il M5S va ringraziato [sic], non soltanto per avere trasformato l’agone politico in un porcile con le loro assurde caciare. Naturalmente ci ricorderanno che a dire “No” all’inserimento della discussione e approvazione dell’emendamento è stato un senatore PD. Appunto, risponderemo noi, un Senatore. Di quelli salvati dal “No” del M5S e compagni di linea.
(12 dicembre 2017)
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