di Claudio Desirò
Sarà l’estate del boom turistico, sarà l’estate in cui le nostre Città d’arte, i borghi, le spiagge saranno prese d’assalto da turisti italiani e stranieri, sarà l’estate in cui i dati dell’economia di settore torneranno e supereranno i livelli pre-pandemici, ma, a quanto pare, sarà anche l’estate di passione per chi vorrà muoversi per raggiungere la propria meta tra code, scioperi, mancanza di servizi. Senza dimenticare, un caro prezzi che influirà molto sulle scelte di tanti nostri concittadini.
I dati di questo primo periodo estivo e le proiezioni sul trimestre dipingono un Paese che sembra aver ritrovato la propria vocazione turistica, con un notevole incremento di presenze straniere: le previsioni parlano di oltre 212 milioni di pernottamenti nelle strutture ricettive, con un aumento del 7% da oltreconfine. Dati certificati anche dal “premio” assegnato ieri dal Daily Telegraph, che definisce l’Italia come la miglior meta Europea del 2023.
Previsioni che, se confermate dai fatti, faranno respirare un settore gravemente colpito gli anni scorsi dagli effetti delle restrizioni CoVid. Se sarà solo una boccata d’ossigeno una tantum o se sarà, invece, l’inizio di un percorso di crescita di un comparto economico sul quale il nostro Paese potrebbe/dovrebbe investire di più, lo si vedrà col tempo. Certo, per chi nel nostro Paese vorrà muoversi, non sembra poter esserci lo stesso entusiasmo.
Le code chilometriche sulle autostrade per le località turistiche, crescono di pari passo con le presenze. Viaggi che diventano eterni con tempi di percorrenza più che raddoppiati, sopratutto sulle direttrici da e per il mare. Certo, non il miglior biglietto da visita per il turismo, ancora peggio quando a queste difficoltà si sommano quelle derivanti dalla mancanza di taxi nelle grandi città o dagli scioperi del settore trasporti, come questo weekend, tra treni ed aerei.
Se per quanto riguarda il trasporto pubblico urbano si tratta di una mancanza strutturale dovuta ai mancati interventi degli ultimi trent’anni, in un settore in cui le lobby sembrano godere di un potere quasi intoccabile, sulle dichiarazioni di sciopero in prossimità dei weekend si potrebbe, invece, dire molto. Così come sull’intensificazione degli stessi di questi ultimi giorni, quasi a voler rallentare la crescita turistica di questo periodo. Legittime, come sempre, le motivazioni. Interessanti, si fa per dire, le scelte delle tempistiche. Chissà, se con un esecutivo dal colore politico diverso, i solerti sindacati non avrebbero deciso di dichiarare sciopero a fine stagione. A pensar male si fa peccato, diceva qualcuno, ma spesso ci si azzecca.
(14 luglio 2023)
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