di Giancarlo Grassi #Maiconsalvini twitter@gaiaitaliacom #Politica
Nella giornata in cui è stato dato il via da parte dell’Enac all‘uso dei droni per controllare i cittadini – controlli che potranno anche passare dagli smartphone – nell’assoluto silenzio di Zingaretti, con Landini occupato a sbraitare di altra roba, con Speranza al governo che cosa volete che dica e Bersani a smacchiare i gziaguari, una cosa che più antidemocratica, quasi ai limiti dell’involuzione illiberale, pur se per tutela della salute pubblica, non si potrebbe vedere abbiamo l’uscita di Matteo Salvini che straparla di Conte “uomo solo al comando”.
Ci chiediamo se quel Salvini lì, quello che parla di Conte in quel modo, sia lo stesso Salvini che chiedeva datemi pieni poteri prima di andarsi a schiantare al Papeete certo che sarebbe stato, al suo ritorno, il Putin d’Italia, o ci siamo persi qualcosa?
La disperazione salviniana si è manifestata in tutta la sua forza, e finzione, da Massimo Giletti – e da chi se non da quel giornalista che parlando di informazione scientifica poi introduceva proprio Salvini facendo rabbrividire e sbellicare insieme una mezza nazione? Nella trasmissione di Giletti in onda su La 7 – e dove se no? – l’abile pianto di Matteo salvini ha raggiunto il 6.28% di spettatori piangendo frasi come “chiediamo semplicemente di lavorare” lui che è lo stakanovista dell’assenteismo, lamentandosi poi implicitamente di un governo che fa tutto da solo – cioè con la maggioranza che lo legge che sommata è la maggioranza dei seggi in Parlamento.
Da poche ore anche una Meloni sempre più biondo Le Pen aveva repentinamente scoperto, in modo del tutto inaspettato, l’esistenza del Parlamento e la necessità di lavorarci dentro. Lei che su cento sedute, ne perde settantacinque. Per impegni, naturalmente, e chi insinua altro?
Così l’uomo che aveva chiesto datemi pieni poteri non ha avuto scelta che lamentarsi del fatto che il Governo stia decidendo tutto da solo senza convocare il Parlamento. Lui in Parlamento non c’è andato nemmeno quando gli hanno chiesto di riferire sulla questione russa, pensate un po’, ma ora vuole collaborazione.
Proprio lui. Quel Salvini che è lo stesso Salvini il quale solo pochi giorni fa diceva al quotidiano spagnolo El Pais che il Governo non era in grado di gestire la situazione – i governi dove non c’è la Lega non sono mai in grado di gestire la situazione nel loro racconto – ed è lo stesso Salvini che in una settimana – verso la fine di febbraio – voleva prima un governo di unità nazionale e poi invece voleva andare al voto e quindi si disperava per questioni personali che col coronavirus nulla avevano a che vedere.
Di Coronavirus parlò dopo una passeggiata con fidanzata in via del Tritone a Roma per andare a fare la spesa al supermercato (in via del Tritone non ce ne sono, ma è un dettaglio). Per dire, in soldoni, di farci gli affaracci nostri.
(23 marzo 2020)
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