
di Anna Rita Leonardi, twitter@annaleonardi1
La parola “compagni” è ciò che ha sempre contraddistinto l’identità della sinistra. Chiamarsi “Compagni” è un modo per unire, per stare insieme, tutti sotto gli stessi valori.
Ecco, davanti alla polemica dell’abbraccio Pisapia – Boschi, da parte di chi vorrebbe appropriarsi non solo dei valori della sinistra ma perfino delle parole, non si può restare in silenzio. Non solo perché la polemica è brutta, non solo perché è stupida ed infantile; ma perché fa male. Da quando si è deciso che per essere di sinistra si deve odiare il proprio vicino di casa? Da quando esiste un manuale che ti indica chi devi salutare e come? E, soprattutto, chi ha autorizzato qualcuno a dettare tali regole e perché?
Essere di sinistra significa credere nei valori dell’uguaglianza, del rispetto, dei diritti e dei doveri.
Essere di sinistra significa stare dalla parte dei cittadini, significa lottare per una società più giusta.
Togliamo questo dubbio: nessuno può arrogarsi il diritto di monopolizzare le parole e le identità.
Io sono una dirigente del Partito Democratico, e sono una donna di sinistra. E non consento a nessuno di attribuirsi patenti di purezza, né di appropriarsi di parole e valori che sono di tutti.
Perciò viva gli abbracci tra compagni. Forse ce ne vorrebbe qualcuno in più.
(24 luglio 2017)
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