di Giovanna Di Rosa
Il grido conservatore di Susanna Camusso ad uso degli iscritti (molti di loro filo-Salvini) della CGIL un tempo roccaforte rossa, si è levato nuovamente non appena il Governo ha manifestato l’intenzione di inasprire le misure contro gli assenteisti cronici, quelli ad esempio che vengono pizzicati in mutande dalle vidoecamere mentre timbrano il cartellino per poi tornarsene a letto.
“Le regole per licenziare i cosiddetti fannulloni ci sono già: mi piacerebbe che il governo dicesse perché non funzionano. Sennò, è una campagna, si chiama propaganda”, che detto da chi di propaganda ha vissuto va considerato un ammonimento che lascia il tempo che trova. La leader della CGIL ha infatti gridato dal pulpito del suo parlamentino interno che “inventare una campagna che faccia sembrare che i 3 milioni di lavoratori del pubblico impiego siano tutti nulla facenti, dei truffatori dello Stato: così si fa del male”. Dev’essere un po’ sorda Donna Camusso. Le cose non sono proprio state esposte in quei termini, al contrario Renzi aveva parlato di comportamenti specifici che a Camusso non dispiacerà se riportiamo qui: “Non li chiamerei fannulloni ma truffatori (…) quelli che vanno timbrano e poi scappano (…) a Sanremo (…) c’era chi timbrava in mutande e anche in queste ore si vedono queste immagini. Stanno distruggendo la credibilità della stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici che lavorano bene”. Camusso ha così ancora una volta indicato agli Italiani da che parte sta il conservatorismo in questo Paese e chi, con le sue azioni “contro” a prescindere, spesso sulla base di mal di pancia personali alla Fassina, si mette di traverso per il gusto di esercitare un potere di veto.
(18 gennaio 2016)
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