di Vittorio Lussana
E’ fuor di discussione che Giorgia Meloni stia interpretando il proprio ruolo di capo del Governo con un minimo di raziocinio e ragionevolezza. Molti parlano e discutono della sua vicinanza al mood populista del momento, quello riassunto con l’acronimo Maga e capeggiato dal presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump. Solo che, anche se alcuni non lo possono confessare apertamente, si sta constatando la totale mancanza di visione e di metodo del “presidente biondo che fa impazzire il mondo”. Il quale, tra un paio di settimane, ci trascinerà nell’ennesimo conflitto, questa volta contro l’Iran, che potrebbe a sua volta innescare la terza guerra mondiale.
Come volevasi dimostrare: siamo nelle mani di un incompetente. Una situazione molto simile a quella che incontriamo alla guida delle nostre autovetture e ci ritroviamo costretti a stare in coda al classico autista col cappello, che mette la freccia per girare a sinistra e poi, all’improvviso, svolta a destra. Si tratta di problemi e questioni che, per nostra fortuna, riguardano meno la nostra Giorgia nazionale: la lambiscono appena. Seppur a spanne e con molti tentennamenti, Giorgia Meloni sta dimostrando di essere, tutto sommato, una gran brava ragazza. E di certo, ella non vuole che il mondo si tuffi in quella piscina senz’acqua che è la guerra. Pertanto, il dibattito diviene più ampio e riguarda le culture di destra in generale, le quali non accettano alcun concetto di rielaborazione.
Le destre nazionaliste son sempre state così e non vogliono cambiare: sono culturalmente prive di spina dorsale e la loro coscienza storica è solamente un rivolo di spurgo. E’ un processo intorno al quale hanno lavorato a lungo: basta vedere i nostri giovani, in questi giorni, come escono dai loro esami di maturità: totalmente inconsapevoli di tutto.
Ancora una volta non si comprende che l’Unione europea, sempre nel mirino di critiche assurde, resta l’unica costruzione istituzionale raziocinante, che non si trincera né all’interno di un provincialismo isolazionista, né si perde nel vuoto irrazionalismo qualunquista del presidente americano. Il quale, sempre più palesemente, si sta dimostrando un uomo autoritario, estemporaneo, politicamente improvvisato. Non vi è mai niente di programmato nella sua politica e si muove in base ad alcuni presupposti totalmente umorali.
Per non parlare degli altri protagonisti della scena internazionale, come Putin, Netanyahu e la teocrazia iraniana degli Ayatollah. Nazionalismo e religione generano solamente mostri: evidentemente, qualcuno ci teneva proprio tanto a darci ragione.
Insomma, le destre mondiali non riescono a definire una propria dottrina conservatrice e rimangono prigioniere di un ingannevole minestrone clerico-statalista, in cui si può dire tutto e il contrario di tutto. Uno schema reazionario, che strumentalizza ogni cosa unicamente per finalità di potere: nulla di più e nulla di meno. Un modello basato su vuoti atteggiamenti: un’etichetta salutata la quale può consentire la realizzazione di qualsiasi tipo di contenuto, persino di matrice eversiva o rivoluzionaria.
I populisti fanno le guerre, mettono i dazi, non comprendono nulla di macroeconomia e sono totalmente insensibili ai problemi concreti dei cittadini. E questi ultimi li votano, in preda al masochismo più totale. Oppure, non ci vanno proprio a votare, anche quando potrebbero esprimersi liberamente, come nel caso dei recenti referendum in merito ai quali gli italiani sono stati totalmente disinformati dai nostri organi d’informazione.
L’importante è inventarsi (e credono pure a questo) che i veri nemici sono le inesistenti cultura woke e teoria gender: autentici veicoli di diffusione dell’omosessualità tra i nostri figli. Oppure la scienza, che in realtà mantiene ben saldi i propri obiettivi eugenetici, come se personaggi come Josef Mengele avessero militato tra le fila dei progressisti.
E’ l’amore libero, il principale problema delle destre, non le madri ammazzate e poi abbandonate tra i cespugli di Villa Doria Pamphili.
La Lega Nord, la formazione più filo-trumpiana tra le nostre forze politiche, appare totalmente appiattita sulle classiche parole d’ordine delle destre più becere e volgari: il razzismo, la paura delle diversità, un assolutismo dogmatico che risale al Leviatano di Hobbes. Tutto ciò non significa affatto essere dei conservatori. E, presto o tardi, arriverà il giorno in cui i popoli si risveglieranno, poiché comprenderanno in quale labirinto di menzogne e falsi miti si sono cacciati.
Ed è questo quel che ci preoccupa di più: il sonno della ragione. Anche quello degli italiani.
(20 giugno 2025)
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