di Giancarlo Grassi
Mancava da un po’ dalle cronache, il superarzigogolato ministro della Cultura, successivo a un mai troppo dimenticato Sangiuliano preso a sberle dalla sorte con troppa cattiveria, dunque eccolo uscirsene con uno dei suoi indimenticabili aforismi.
Una dotta disquisizione, anzi, tra la sinistra cui sono rimasti solo i comici unita a un assordante silenzio sui comici che stanno a destra, altrettanto esilaranti o forse più, per quanto si prendono sul serio L’occasione era ghiotta: l’intervista concessa alla vicedirettrice del Tg1, Incoronata Boccia, a conclusione del convegno “Spazio cultura. Valorizzare il passato, immaginare il futuro”, promosso dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia, al Teatro Niccolini di Firenze.
Non poteva mancare l’esibizione a uso interno: “È esistita una cultura di sinistra oggettivamente potente, coerente, organica, il Gramscismo lo hanno saputo interpretare bene, su questo bisogna dargliene atto” ha detto il ministro.
“È esistita anche una progressiva erosione di questa cultura di sinistra, dal momento in cui ha cominciato a generarsi il divorzio tra il consenso e il potere” ha continuato il ministro”, poi ha aggiunto, riferendosi alla sinistra, “avevano gli intellettuali e se li sono persi, si sono affidati agli influencer, gli sono rimasti i comici e basta” che per fortuna, bisogna aggiungere, evitano accuratamente di entrare nei governo per dissertare di tutto senza sapere nulla, come alcuni tra i vari Lollobrigida e cloni interni alla destra di governo, baciati dalla fortuna eccessiva che ha baciato anche Giuli.
E infatti sono proprio i comici di sinistra di Giuliana memoria quelli che dissertano dottamente, esponendosi al pubblico ludibrio, del miracolo della moltiplicazione del vino di fronte a una platea che starebbe ancora sbellicandosi dalle risate se non avesse di meglio da fare.
(10 maggio 2025)
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