Sali Berisha è infuriato, e grida ai brogli (e qualche irregolarità c’è stata, subito scoperta, coi responsabili già in galera) e li definisce “Criminali che giravano per i seggi a Durazzo tra gli elettori e che ora mettono pressione psicologica agli scrutatori”, come scrive La Stampa. Da commentatori leggermente caustici ci permettiamo di rilevare che ormai questo gridare ai brogli è consuetudine ormai anche tra chi vince che vince, “nonostante i tentativi di brogli”. Come dimostra la Romania, quando le elezioni sono irregolari, in uno stato che funziona, vengono invalidate. Dunque basta grida.
Due ore dopo la chiusura dei seggi in Albania il centrodestra, col Partito democratico dell’ex presidente, acerrimo nemico di Edi Rama, Sali Berisha tuona in diretta tv: “Chiedo al primo ministro di fermare questo gioco, per il bene del popolo sovrano”. Perché i due, e questo spiega almeno in parte l’astio, non sono avversari, si odiano. per via di quella politica della pace di cui tutti delirano e nessuno pratica.
Diverse ore dopo la chiusura dei seggi la vittoria di Edi Rama è chiara e solo un miracolo (per Berisha), può impedirgli di avviarsi verso il suo quarto mandato da primo ministro, insomma un’altra specie di re. Non va male nemmeno a Meloni che proprio in Edi Rama trova la garanzia del prosieguo del progetto di portare i migranti in Albania, progetto che Sali Berisha voleva far saltare in aria.
Rama ora punta a far entrare l’Albania nell’UE nel 2030, e rimane partner privilegiato dell’Italia: dall’energia alle tutele dei lavoratori, dall’export alla sicurezza, gli scambi son tutto un’orgasmo.
(12 maggio 2025)
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