di Samuele Vegna
È un sacrilegio contro sé stessi voler trattare, parlare o leggere di libera espressione al giorno d’oggi. Non ho mai apprezzato il lavoro della polizia mortuaria, dei ris, o di Bones, nonostante ne sia un appassionato: non pensavo però di svolgerlo io. Oggi infatti occuparsi di libera espressione e diritti umani è alla pari di scegliere di occuparsi di identificare, catalogare, ripulire e insaccare ogni singolo cadavere che è a terra dopo un’ignobile strage, è come ritrovarsi in una macelleria di esseri umani, di diritti dei cittadini e di doveri costituzionali delle nostre istituzioni, ai quali poi devi anche fare l’autopsia e comprendere perché siano arrivati fino a quel gelido, asettico, metallico tavolo d’obitorio. E pensare che non credevo di aver mai visto un morto, o una morta, quando in realtà, io sono in pratica un medico legale.
Le notizie che mi hanno colpito di più riguardano in primis l’ONU: proprio quell’organizzazione nata dopo la seconda guerra mondiale, per evitarne una terza, e per tutelare dunque le relazioni diplomatiche, la pace, e i diritti umani.
Un’esperta di diritto internazionale dell’ONU, la relatrice Gina Romero con il suo team, sostiene che il decreto legge appena approvato dal governo Meloni, aggirando forzatamente il Parlamento nonostante non ci fosse una vera e propria necessità e urgenza, contiene disposizioni non in linea con il diritto internazionale dei diritti umani. Sembrerebbe dunque venire a mancare una vera e propria garanzia, da parte dello Stato, della libertà di movimento, nonché della privacy e della tutela contro la detenzione arbitraria, a causa delle definizioni vaghe e delle ampie disposizioni in materia di terrorismo.
Interviene ancora l’Onu, (qui l’originale inglese) e qui cito: “Gli esperti sono allarmati dal fatto che il decreto possa colpire eccessivamente gruppi specifici, come minoranze etniche, migranti e rifugiati, e potrebbe potenzialmente causare discriminazioni e violazioni dei diritti umani. Pertanto, esortano il governo italiano a rispettare il diritto di riunione pacifica mentre le persone protestano contro le “misure di sicurezza” e sottolineano anche che il governo deve astenersi dall’uso della forza e dalla dispersione illegale dei manifestanti”.
Non mi fermo ai confini del nostro sistema – è comunque lento, inefficace, farraginoso e ha anche del comico nella sua petulante ignoranza dell’io non sapevo, perché c’è chi altrove fa peggio e rappresenta il futuro distopico ma reale che ci attende se non riusciamo a rovesciare questo baraccone fascista: Orbán ha serenamente bandito il pride, e l’Unione Europea muta non lo esclude e non lo sanziona. Come se fosse normale la discriminazione di Stato. La nascita di un sentimento di oppressione per governarci e per costringerci a nasconderci fa parte della filosofia di questi tempi che preferiscono un riarmo militare a un rinascimento culturale e sociale, per combattere una cancrena che non permette, e per chissà quanti decenni ancora non permetterà la parità assoluta: cancrena trasversale e internazionale.
I nuovi diritti, possiamo solo sognarceli; questo però, il sogno e il diritto di sognare, non possono toglierceli.
Oltreoceano Trump si è svegliato decidendo di bombardare le università, come comunque già accade in Europa da tempo, prendendosela con Harvard (migliore università al mondo, secondo ogni classifica possibile), che come ogni università statunitense, ha ricevuto una lettera che includeva 10 categorie di modifiche proposte, tra cui:
- segnalare al governo federale gli studenti “ostili” ai valori americani;
- garantire che ogni dipartimento accademico sia “diverso da altri punti di vista”;
- assumere un ente esterno approvato dal governo per verificare i programmi e i dipartimenti “che maggiormente alimentano le molestie antisemite”.
Ricorda o no, le leggi razziali di Mussolini?
È il preludio fatale dell’istituzione di un regime, di un culto demenziale e, soprattutto, di una sorta di nomenklatura di recente memoria.
In ogni caso, opponendo il gran rifiuto, Harvard è stata privata di oltre due miliardi di dollari di sostegno governativo: è il grande classico di chi comanda nella strategia del soffocamento del dissenso praticata col metodo fascista trasversale: la distruzione della cultura e il suo dominio.
Da buon medico legale, penso dunque di essere stato chiamato a raccogliere, analizzare e poi chiudere in un freezer l’ultimo pezzo di un corpo pur sempre devastato dalla flebite, ma che si chiamava democrazia. Da amante della Costituzione e delle Libertà, so che i nostri padri e le nostre madri costituenti, europei e mondiali, passati e presenti, si vendicheranno.
(16 aprile 2025)
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