di Giovanna Di Rosa
Dopo l’inchiesta su Visibilia tocca all’azienda specializzata in bio-prodotti Ki-Group ed è una nuova tegola sulla testa della ministra del Turismo, quella degli spot pubblicitari geniali che nessuno ricorda più. L’accusa è bancarotta fraudolenta. E lei è sconcertata: “Odio su di me”, afferma. Ed è stupefacente che una donna di simile simpatia e simili garbo ed educazione sia investita da questa valanga d’odio. Forse.
Dunque Daniele Santanchè è nuovamente indagata, e si allunga clamorosamente la questione delle indagini legate a queste destre impresentabili che si riciclano sotto nuove sigle ad ogni elezione portando certamente voti alla loro compagine, ma sporcando di inutili viscidumi l’azione politica dei governi di cui (sembra inevitabilmente) finiscono a fare parte. Dunque la nuova accusa che la procura di Milano ipotizza contro la ministra al Turismo è bancarotta fraudolenta e la ministra ne è a conoscenza, lo scrive La Stampa, da qualche settimana fa dalla notifica di una richiesta di proroga dell’inchiesta in corso sul fallimento di Ki Group srl.
Per la senatrice di Fratelli d’Italia la partita giudiziaria non si chiude, insomma, con le indagini sulla creatura meravigliosa Visibilia Editore, per la quale è già accusata di falso in bilancio e truffa aggravata ai danni dello Stato con la cassa integrazione Covid, in due procedimenti arrivati in udienza preliminare – perché le creatura so’ piezz’e core e per loro si fa qualsiasi cosa – con una nuova storia che non le fa del bene. Da un anno, e nel più stretto riserbo, la procura aveva iscritto il nomi di Santanché nel registro degli indagati; il fascicolo risguardava la crisi del piccolo gioiello del bio noto come Ki Group rilevato dalla ministra – uscita dalla compagine societaria solo nel gennaio del 2022 – e dal suo ex compagno Canio Mazzaro.
E’ sempre La Stampa che “su istanza dei pm Marina Gravina e Luigi Luzi (del pool diretto dall’aggiunto Roberto Pellicano), la prima società del gruppo finita in liquidazione giudiziale – il vecchio fallimento – il 9 gennaio di quest’anno, è stata proprio Ki Group srl. Successivamente, una dopo l’altra, sono fallite anche Biofood, Verdebio, e per ultima, il 4 dicembre, la più importante, la quotata Bioera, mentre pende una doppia istanza di liquidazione giudiziale dei pm e dell’Agenzia delle entrate su Ki Group Holding spa”.
Continua dunque l’epopea delle destre vessate da questa masnada di giudici comunisti che hanno addirittura l’arroganza di voler applicare le leggi e di vedere chiaro dove chiarezza non c’è, basandosi su leggi dello Stato e sulla Costituzione nella quale nessun articolo garantisce l’intoccabilità né l’onnipotenza di coloro che vanno al governo pro-tempore. Con tutto il rispetto per la presunta innocenza di chi è indagato, fino a sentenza definitiva, proprio come la Costituzione prevede.
(20 dicembre 2024)
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