Il Tar del Lazio ha accolto, con decreto monocratico, la richiesta dell’Unione Sindacale di Base (Usb) di sospendere l’ordinanza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con la quale era stata ordinata la riduzione a quattro ore dello sciopero generale proclamato per venerdì 13 dicembre.
Lo sciopero, dunque, resta di 24 ore anche nel settore del trasporto pubblico. Salvini salta in aria e riesce a dimenticarsi il disastro che regalano alla popolazione i treni che, caso quasi unico al mondo, partono con 40 minuti di anticipo per arrivare puntuale. Per lui naturalmente “Grazie al Tar ci sarà il caos” perché lui ha fatto “tutto il possibile per difendere il diritto alla mobilità degli italiani” a parte quando la mobilità degli italiani è bloccata dall’immobilità dei treni sulle lineee ferroviarie, ma non si può arrivare dappertutto specialmente quando sei ministro di tutti i ministeri in perenne competizione con tutti i tuoi colleghi.
Per il TAR i disagi “sono fisiologici” e propri dello sciopero
Il Tar del Lazio sottolinea, riferendosi ai disagi che lo sciopero provocherebbe all’utenza, che “che non emergono, dalla gravata ordinanza, quelle ragioni che, in assenza della segnalazione della predetta Commissione (di garanzia, ndr), possano sorreggere la disposta precettazione” aggiungendo che “i richiamati disagi discendenti dallo sciopero appaiono riconducibili all’effetto fisiologico proprio di tale forma di astensione dal lavoro, né emergono le motivazioni in base alle quali i disagi eccederebbero tale carattere, tenuto conto della vincolante presenza di fasce orarie di garanzia di pieno servizio”.
Insomma a Salvini non ne va bene una, ogni suo passo è una caduta (anche di stile, ma ci si abitua) e l’agitazione rimane di 24 ore: dalle 21 di giovedì 12 dicembre alle 21 di venerdì 13. Garantite tratte e fasce orarie per fare il modo che la protesta non si trasformi in un blocco totale per i viaggiatori.
(12 dicembre 2024)
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