di Paolo M. Minciotti
Il generale Roberto Vannacci ha fatto la sua sinistra riapparizione pubblica dopo essere stato sospeso per 11 mesi a causa delle frasi contenute in quello che troppi si ostinano a chiamare libro, al di là della forma fisica che gli venne data, ribadendo se stesso e accettando la decisione del ministro della Difesa, annunciando ricorso, come è nel suo diritto.
Ma non potendo rinunciare alla campagna elettorale travestita da maschilismo persino fastidioso nella sua pruderie mononota, ribadisce che gli uomini portano i pantaloni – riferendosi a Marco Mengoni in gonna a Sanremo – e prestando il fianco a smentite e battute: i frati, che sono uomini, portano il saio; abbiamo visto molti uomini in tonaca, si chiamano preti, ma è un dettaglio; abbiamo visto uomini indossare parrucche e tacchi alti per occasioni speciali, generalmente gettati/occultati in un immondezzaio prima di ritornare a letto con le loro mogli; abbiamo visto uomini in pantaloni entrare in cespugli, dicasi anfratti, chiamateli pertugi, dove se li sono allegramente tolti prima di rimetterseli, i pantaloni da uomini, senza particolare problemi salvo quello di sperare contro ogni speranza che non lo sappiano in famiglia.
Moltissimi uomini portano i pantaloni; pochissimi di loro, ma sempre troppi, sentono il bisogno di ricordare al mondo che gli uomini li debbono portare. Viene da chiedersi quale problema possano avere, ammesso che abbiano problemi, questi uomini in pantaloni per dover ricordare che gli uomini devono portare i pantaloni a uomini che già li portano. La domanda è politica, nel senso nobile del termine che è quello che sfugge alla Lega che parla di giustizia riferendosi ai giudici russi resi afoni da Putin e gridano contro la giustizia ad orologeria in Italia se indagano Vannacci.
Perché vedete, ci sono uomini di così tanti tipi e tanti tipi di pantaloni per tutti gli uomini. Poi ci sono i Vannacci, completamente incapaci di uscire da loro stessi che sognano un mondo di cloni. Come se la vita fosse Matrix. E poi c’è la Lega che i Vannacci li costruisce.
(2 marzo 2024)
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