di Daniele Santi #Politica twitter@gaiaitaliacom #Interessa
Ecco dunque arrivati al traguardo: o meglio. Eccoli arrivati al traguardo. Un mese di liti furiose, di improperi, offese e teatrino indecente del così non si può andare avanti. Uno contro l’altro e tutti contro tutti: un governo schifoso, come se ci fosse bisogno di dirlo, che racconta balle, come se ci fosse bisogno di sottolinearlo, troppa violenza verbale, perché nessuno se n’era accorto, poi il silenzio ed una frase tombale: nel governo da lunedì 27 nulla cambierà. Perché era tutto finto. E tutto continuerà ad essere finto.
C’eravate cascati? Noi no. Ma non sarebbe la prima volta che ci si casca. Il problema è quando si è recidivi troppo spesso e poi si dà la colpa agli altri.
Così il famoso decreto sulla famiglia, urgentissimo, che doveva redistribuire il miliardo di euro avanzato dal reddito di cittadinanza che è il più grosso flop della storia repubblicana non c’è più traccia, il Consiglio dei Ministri che doveva approvarlo è stato rimandato alla prossima settimana (quella post-elettorale per intenderci), ma potremmo giurare che il governo degli annunci se ne dimenticherà. E lo faranno anche gli Italiani sempre più incazzati che hanno appena di nuovo creduto all’incredibile. Come la storiella degli asini che volano (lo ha scritto l’Unità: ah bè allora svolazzano…). Perché siam fatti così. E poi diamo la colpa agli altri.
Non è il primo miliardo di euro annunciato che poi scompare dalle cronache. C’era già stato il miliardo di euro per Roma da investire in servizi al cittadino. Tutto, miliardo e servizi al cittadino, scomparsi sotto i colpi impietosi del furore distruttivo della Sindaca delle Funivie. E delle balle del capetto politico.
Se poi fossimo di quelli che credono all’ennesima storiella secondo la quale per il semplice fatto che quest’accozzaglia di scappati di casa farà dare all’Italia il famoso commissario allo sviluppo della prossima Commissione Europea allora ci meriteremmo qualsiasi cosa.
Ecco. Continuiamo pure a credere a tutte le panzane che ci raccontano. Finiremo come i turchi o gli ungheresi, se ci va peggio come i russi, che hanno creduto a tutto ciò che ha detto loro il dittatorello in pectore di turno e che ora sono governati col pugno di ferro (e continuano a non accorgersene), crediamole tra crocifissi, inni alla madonna, crociate anti-islam, puntualissimi proiettili dei quali si parla per due ore poi scompaiono e un debito pubblico che è una bomba atomica. Manca solo la chiusura dei giornali che dissentono. Intanto hanno tolto il finanziamento pubblico e zittiscono Radio Radicale. E davano del fascista a Matteo Renzi.
Dunque votate pure secondo pancia. Del resto cosa si può fare quando la coscienza è afona.
(25 maggio 2019)
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