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I paesi alla ricerca dell’Uomo Forte distruggono l’Unione Europea

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Jaroslaw-Kaczynski-00di Giancarlo Grassi

 

 

 

 

 

Gli ultranazionalisti del redivivo e pericolosissimo ultracattolico Jaroslaw Kaczynski, hanno stravinto le elezioni in Polonia, grazie alla metamorfosi di Kaczynski vedovo dello scomparso fratello gemello (ricordate? Il Gatto e la Volpe: uno primo ministro e l’altro presidente della Repubblica; un sodalizio degno dell’Inquisizione) ora riciclatosi come ultranazionalista anti UE in nome del suo ritorno al potere. La Polonia è in mano ai fascisti ultracattolici, ogni partito di sinistra è fuori dal parlamento e si annunciano tempi cupi per il paese che in otto anni aveva dato prova di una straordinaria crescita economica e sociale, nonostante i fanatici di Wojtyla.

 

Grazie ai cittadini polacchi, accecati da una furia insensata, l’ultranazionalismo anti UE di Kaczynski imprerveserà in Polonia ed Europa, grazie alla maggioranza assoluta dei seggi ottenuta alle elezioni di domenica.

 

L’ultranazionalismo di stampo cattolico di Kaczynski, un vero fanatico religioso, si sommerà quindi alle visioni neonaziste dell’Ungheria e del suo capo assoluto, alle pulsioni dittatoriali e xenofobe di Slovacchia e Repubblica Ceca, per mettere a dura prova le istituzioni Bruxelles che dovrebbero, per una volta negli ultimi vent’anni,  dare prova di avere muscoli ed escludere da trattati ed Unione l’est Europeo.

 

Faranno un favore a Putin, direte voi. Glielo stanno già facendo, diciamo noi. E’ difficile credere che le pulsione antieuropee che agitano gli ex stati satelliti dell’Unione Sovietica non godano dei favori di Putin, non siano parte di una strategia di destabilizzazione dell’adesione all’Unione Europea e alla Nato, sostenuta dagli uffici del Cremlino.

 

La vittoria di Kaczynski renderà più fragile la ancor fragile economia europea e getterà nuove ombre sul futuro politico dell’Unione già agitato dalle pulsioni antieuropee britanniche e dal suo referendum prossimo venturo, oltre che dalle forze che da dentro il Parlamento Europeo lavorano per il dissolvimento dell’Unione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(26 ottobre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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