di Giancarlo Grassi
E così il Salvini-Zelig è piombato su Madrid dentro il convegno dei Patrioti (ci-vuol-coraggio-a-definirsi-tali) con tutto il gotha della peggior destra possibile, mancava solo AfD, la più filo-Musk. Naturalmente Salvini proprio a Musk si è riferito (gelo in sala), inaugurando el Salvini español, ¡olè!
E mai, nella storia recente, simile imitazione di coltissima lingua latina fu più esilarante e resa ancora più efficace, nella sua comicità, dall’assoluta mancanza di qualsiasi concetto politico: esattamente come in italiano, il Salvini-Zelig sempre sul carro del vincitore perché qualche elezione tocca pur vincerla, e quelle degli altri son sempre meglio di niente (perché Salvini è ancora al governo grazie alla vittoria di Meloni, qualcuno glielo ricordi), non ha detto nulla. Assolutamente nulla.
Ha lanciato lì un discorso scritto nella lingua di Cervantes, molto, ma molto più semplificata, condito quattro semplici slogan cercando di farli passare per concetti, ha gridato viva Musk e parlato di Italia pretendendo di parlare di Europa in una situazione in cui persino Le Pen ha dato dimostrazione di talento evitando accuratamente di schierarsi troppo apertamente dalla parte di Trump. Per essere più realista del Re Salvini si è poi scagliato violentemente contro Sànchez presidente del Governo cosa che nessuno straniero che avesse avuto un minimo di conoscenza della politica iberica avrebbe mai fatto, e infatti nessuno l’ha fatto. Ma siamo sempre lì. La conoscenza e non gli slogan. E invece il Salvini-Zelig è tutto slogan. Anche se finge di conoscere lo spagnolo.
Ora sposa Musk (fino a quando?) e delira dell’uscita dell’Italia dall’Oms. Non sa neanche il perché. ma forse anche lì c’è un chiodo che blocca le cose che dovrebbero andare in un altro modo.
(9 febbraio 2025)
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