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Prove di bomba ad orologeria sotto la poltrona di Schlein

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di Daniele Santi

Non c’è, naturalmente, nessun nuovo partito all’orizzonte, nessuna nuova corrente e se non c’è niente ci si chiede che cosa si riuniscano a fare, forse per far passare il tempo’ Anche le incudini, usate impropriamente, possono servire a far passare il tempo. Se poi i risultati son dolori non darete la colpa a noi. Questo auspichiamo.

Oppure dobbiamo desumere che il progetto sollecitato da Ernesto Maria Ruffini – quello che non lasciava il posto dove stava per scendere in politica, ricorderete – e dai cattolici del Pd sia la riproposizione a livello nazionale della “maggioranza Ursula” sperimentata prima di tutto in Commissione Europea e che è già vecchia anche lì. Perché se i cattolici del PD hanno una caratteristica è quella di essere sempre in ritardo anche su chi era in ritardo prima che in ritardo arrivassero loro.

E questa dovrebbe essere, secondo Del Rio, Ruffini e chi sta dietro di loro (proprio lui) la via per riportare il centrosinistra al governo: riunire i cattolici nel centrosinistra. Programmi? Non scherziamo.

Il centro di questo ennesimo delirio politico-correntista non diventa il programma, ma il federatore. Una dichiarazione d’intenti che sta facendo sbellicare dal ridere persino Prodi che è un uomo gioviale, che scherza molto, ma quando parla di politica fa sul serio. Insomma dalle prime dichiarazioni parrebbe proprio che secondo Del Rio, Ruffini e chi sta dietro di loro (proprio lui), per costruire le alleanze serva un federatore – e noi come imbecilli a rimpiangere i tempi in cui si metteva nero su bianco un programma e addirittura su quel programma si costruivano alleanze e coalizioni.

Non abbiamo mai pensato, nella nostra stupidità, che servissero un Del Rio e un Ruffini per parlare di cose da fare in modo assai peggiore di come venivano fatte prima.

Non farebbero meglio a dichiarare apertamente la voglia di far saltare in aria la poltrona Schlein in nome di una maggiore visibilità dei cattolici (quei cattolici secondo i quali, nella peggior tradizione del centrosinistra, basta esserci perché le cose vadano miracolisticamente meglio) come se i cattolici in politica fossero indispensabili?

Crediamo invece che il gioco sia un altro. Il protagonismo personalistico di Del Rio e Ruffini sembra agitare altre acque un po’ più torbide attorno a questa iniziativa della quale non si capisce l’utilità. Crediamo che sia chiaro anche a loro che non bastano un Del Rio o un Ruffini qualsiasi e che nessuno di loro due, con una legge elettorale che non prevedesse i listini, si porterebbe a casa milioni di preferenze personale. Crediamo quindi di trovarci di fronte all’ennesimo giochetto per far saltare in aria una segreteria PD, in questo caso una segretaria. Diano un’occhiata a Stefano Bonaccini. Perché non si muove una foglia che Bonaccini non colga.

Se poi vi state chiedendo chi ci sia dietro all’iniziativa intestatasi da Del Rio per scardinare la segreteria Schlein, sotto forma di ennesima inesistente necessità riformistico-correntizia, che con la politica di governo non c’entra niente, avete capito bene. C’è proprio lui. E non c’è nemmeno bisogno di nominarlo. Poi c’è un altro dettaglio: Schlein è stata eletta dal popolo del PD. Via primarie. Certo sarebbe una novità che ai cattolici in politica importasse qualcosa del popolo…

 

 

(21 gennaio 2025)

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