La televisione italiana non è mai stata così piena di talk politici, che purtroppo, nonostante la buona volontà di molti conduttori, non riescono ad approfondire nessun argomento a causa della presenza di tifosi, non opinionisti ma tifosi, che dalle varie testate più o meno al servizio di questo governo (o degli altri), più o meno legate alle destre o alle sinistre, non viene data nessuna importanza all’argomento da trattare: ci si impegna per la propaganda.
Che sia la web-radio con direttore in vista, che siano i quotidiani del parlamentare che in parlamento non c’è mai, che sia l’opinionista che si dichiara indipendente, non c’è argomento che venga visto con obbiettività, ma tutto è tirato di qua e di là affinché rientri nel disegno politico nel quale chi parla si riconosce. Ora non si nega la necessità di riconoscersi in uno schieramento, in un’idea, ma viene completamente a mancare l’onestà intellettuale di criticare ciò che non va semplicemente perché non va, non perché l’ha fatto la destra, non perché l’ha fatto la sinistra. Se è sbagliato è sbagliato e punto.
Regolamentando con onestà questo aspetto devastante dell’informazione, recuperando un po’ di pudore ammesso che ne sia rimasto, recuperando un po’ di quell’onestà intellettuale che farebbe gridare a chiunque “Vergogna!” di fronte a pensioni aumentate di 1,80 € invece di fare triviali e irrispettose affermazioni sulla fortuna di avere l’inflazione bassa. Affermazione che non è purtroppo, nemmeno peggiore di tante altre che arrivano dalle tifoserie che ci vendono come commentatori di grido.
(2 dicembre 2024)
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