di Paolo M. Minciotti
Se da un lato saggiamente Meloni non ha detto muh sulle elezioni francesi troppo e giustamente occupata a cercare un ruolo a Bruxelles che non sia quello dell’irrilevanza, il vizietto di puntare sul cavallo sbagliato è stato affidato a Matteo Salvini il quale, puntuale come la morte, ha perso le elezioni anche in Francia. Insomma la sua Le Pen, per l’ennesima volta, ha perso le elezioni perché dovrebbe essere chiaro ormai che la maggioranza dei francesi non la vuole.
Ora Gabriel Attal dovrà rassegnare le dimissioni, potrebbe già averlo fatto, e si dovrà formare un altro governo. Maggioranza per governare 287 seggi: la gauche con Mélenchon ha già detto che “non saranno possibili accordi” (qui l’articolo in francese di Le Monde), ma è possibile che la dichiarazioni possa ritorcersi contro lo stesso sanguigno leader e che i suoi alleati nella coalizione elettorale decidano di sostenere il partito di Macron un’altra volta, mettendo Mélenchon all’angolo. E’ difficile, ma non ci stupirebbe. Così come è chiaro, anche se non si vuole sentire dire, che Macron ha fatto l’azzardo e ha vinto, sconfiggendo Le Pen e rimanendo centrale nel gioco politico francese, degno erede di quel Mitterand che durante il suo ultimo mandato fece uno scherzo simile ai suoi avversari. Mentre scriviamo i Verdi hanno aperto al dialogo con Macron. E non sono gli unici.
Dall’italiano che puntualmente regala il suo indispensabile endorsement al candidato perdente, forte dei suoi otto deputati in UE e della sua nuova alleanza all’interno di una nuova, ennesima, formazioni vicina a Putin, non necessariamente prona, nessun commento. Lui e la sua Lega devono essere impegnati con l’antivaccinismo. Tocca recuperare voti.
(7 luglio 2024)
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