La destra che sta lì dal 1994 scambiandosi semplicemente ruoli e poltrone, ma perpetuando lo stesso stantìo populismo anti-sinistre intese come comunismo inesistente ormai se non in Corea del nord e in Cina (con cui si fanno affari), senza che sia in grado dui mantenere nessuna delle sue iperboliche promesse elettorali, che concentra nelle mani di Berlusconi la più potente macchina da guerra mediatica in mani private, in mani politiche, del mondo occidentale, ha la spudoratezza, dal 1994, di continuare ad occupare poltrone inventandosi che le hanno occupate le sinistre prima di loro.
Ora Meloni, una presidente del Consiglio la cui feroce ambizione è infinitamente superiore alle sue capacità, che nel deserto lasciato nelle destre dal signore e padrone ospedalizzato e non eterno, nonostante la narrazione, sembrano comunque capacità notevoli forse più per le pochezze altrui, ha iniziato il repulisti dalla Rai epurando a sinistra e a manca a partire dai programmi che costituivano il fiore all’occhiello della televisione di Stato a socio unico ministero del Tesoro, ergo la politica. Fazio se n’è andato da solo, nel silenzio tombale dei vertici Rai dicono i bene informati; Lucia Annunziata chiudeva un’intervista nel suo Mezz’ora in più – puntata del 14 maggio 2023 – dicendo “Ne parleremo ancora se sarò ancora qui”; del Sanremo di Amadeus non c’è traccia, nonostante gli incassi milionari in termini di audience e pubblicità. E chissà chi massacreranno ancora. Si chiamano epurazioni e significano scambiare un Fuortes competente con un Sergio calato dall’alto per dirottarlo al San Carlo di Napoli con una legge scritta apposta per far fuori chi il San Carlo di Napoli lo ha diretto fino ad oggi (con eccellenti risultati). Se Cairo e gli altri editori puri cogliessero l’occasione farebbero il salto di qualità. E un sacco di soldi.
Toccherà cominciare a preparare le valigie?
La strategia della destra è così quella di chi, godendo di carico di fuoco potentissimo – le televisioni e le radio Mediaset, un numero non irrilevante di quotidiani amici – ribalta la realtà raccontando di sinistre che dominano il mondo e della necessità di una controriforma per ristabilire gli equilibri. Hanno un solo problema: lo fanno male perché sono, in fondo, degli incapaci buoni solo a gestire il potere. E il potere, in un paese dove la popolazione cambia idea ogni cinque minuti, dura quanto un’eiaculazione precoce. Ora la priorità della colonizzazione è convincere gli italiani che si governa male perché non c’è un superpresidente che faccia i cazzi proprio. E’ ciò che spiegava ai suoi in Ungheria Orbán che poi, vinta la prima manche, ha cominciato a zittire chi non la pensava come lui. E’ quello che raccontava Erdogan in Turchia che poi, vinta la prima manche, ha chiuso la bocca a giornali, radio, televisioni e giornalisti che si opponevano.
Mica per accusare. Giusto per ricordarlo.
(15 maggio 2023)
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