di G.G. #Ungheria twitter@gaiaitaliacom #Dittature
Finalmente l’amico di Vladimir Putin, uno dei politici prediletti da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, quelli che parlano di libertà per praticare la dittatura, è riuscito ad ottenere pieni poteri dal parlamento ungherese, quegli stessi pieni poteri che il servo devoto di Nostra Signora del Papeete, chiedeva per sé nell’agosto 2019.
Viktor Orbán ha ottenuto gli agognati pieni poteri dal parlamento che comunque dominava già, grazie al Coronavirus. E col pretesto della lotta al Coronavirus, con il voto favorevole del parlamento ungherese, dal 30 marzo 2020 l’Ungheria ha sospeso democrazia, libertà d’informazione, istituzioni e valori dello Stato di diritto definiti dai Trattati europei.
Viktor Orbán ha ottenuto oggi, con la scusa del Coronavirus, diritti di governo e superpoteri eccezionali rinnovabili senza limite, potrà governare per decreto, chiudere a sua discrezione il Parlamento fin quando ne abbia voglia, accetterà solo informazioni da fonte ufficiali sulla pandemia – inutile sottolineare che deciderà lui quali saranno le fonti ufficiali che potranno informare sulla pandemia. Chi verrà accusato dall’esecutivo di diffondere fake news, dobbiamo sottolineare chi sarà a decidere se si tratta di fake news? – cioè ritenute critiche alla gestione dell’allarme sanitario, al disastroso stato della sanità pubblica ungherese o ad altri abusi di Orbán e dei neonazisti che scorrazzano come bufali violenti per tutta l’Ungheria – potrà essere condannato con pene che vanno fino a 5 anni. Le carceri ungheresi sono già strapiene di oppositori, perché la dissidenza è una cosa dannatamente seria. Specialmente sotto dittatura.
Il parlamento ungherese nelle mani di Viktor Orbán, amico e sodale politico dei sovranisti come Meloni e Salvini (vedi foto), buon alleato di Vladimir Putin, inasprendo le misure giò in vigore dall’11 marzo scorso per l’emergenza sanitaria da Coronavirus, ha quindi di fatto consegnato l’Ungheria nella mani di una nuova dittatura filo-russa direttamente ispirata al verbo delle democrazie illiberali che sono il sogno di Putin. E anche di Salvini e Meloni.
Così volevamo chiedere alla presidente Von der Leyen se, nel caso non sia troppo occupata coi suoi amici olandesi e tedeschi a negare ai paesi devastati dal coronavirus come l’Italia i denari di cui hanno necessità per non morire di mancanza di lavoro dopo un’epidemia devastante, se ha intenzione di fare qualcosa contro la prima conquista di Vladimir Putin dentro l’Unione Europea, o se voglia invece permettere la proliferazione di progetti di democrazia illiberale dentro l’Unione europea con i soldi dei ricchi paesi democratici dentro l’Unione europea.
Paesi come il nostro, presidente Von der Leyen, che quando chiedono ricevono soltanto niet per poi vedere i loro soldi finire ai dittatorelli alla Orbán. Ci informi, qualora i suoi impegni glielo permettanno, sulle eventuali misure la Commissione che Lei presiede voglia prendere qualche misura che vada al di là del dire “Orbán, cattivone… Così non si fa” e poi continuare a foraggiare il suo regime con i soldi del resto dell’UE… Per via dei meccanismi che garantiscono il sostegno ai paesi più bisognosi dell’Unone, mica per endorsement.
(30 marzo 2020)
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