di Daniele Santi #Maiconsalvini twitter@gaiaitaliacom #Politica
Coloro che sono inebriati dall’odore ammaliante della trasgressione e dell’odio verso l’altro, gente piccola che non ha né vita né programmi né possibilità perché l’unica cosa che fa è odiare a prescindere, dovrebbero avere la lucidità di rendersi conto che sotto l’odio instillato lentamente – e con straordinario successo – dal loro Tribuno non c’è nulla. Non c’è politica, non c’è idea d’Italia, non c’è governo, non ci sono capacità. E non c’è nemmeno un futuro per loro. L’unico progetto è una democrazia illiberale alla Putin. Dove l’unico futuro possibile sarà quello immaginato da Matteo Salvini. Per sé.
Lo testimonia l’ultima bravata, ad esclusivo uso elettorale del Grande Proibizionista, una bravata che si definirebbe adolescenziale se non fosse che a compierla è un cinquantenne ex ministro dell Repubblica e leader di quello che è attualmente il primo partito d’Italia nelle intenzioni di voto. Una cyber-bravata che prende di mira un giovane dislessico, Sergio Echamoanov di 21 anni, ed il suo discorso tenuto durante un flash mob organizzato dalle Sardine a San Pietro in Casale, in provincia di Bologna, discorso disturbato dalla dislessia di cui soffre che in un certo momento lo ha costretto a bloccarsi.
Il Tribuno di tutti i tribuni non poteva farsi mancare l’occasione, così dopo avere postato su Facebook l video in cui il giovane si bloccava parlando in pubblico, come l’adolescente messo da parte che tenta disperatamente di farsi notare e di dire al mondo “io sono qualcuno!”, dice: “Guardate la carica e la grinta che avevano pesciolini e sinistri poco fa a San Pietro in Casale. Se pensano di fermarci così… abbiamo già vinto!”. Noi non pubblicheremo il video del discorso di Sergio Echamoanov, lo hanno già fatto in tanti. E non lo faremmo nemmeno se ne fossimo in possesso esclusivo. In un mondo spudorato, bisogna fare ciò in cui si crede. Fino in fondo.
Ci chiediamo soltanto dove quest’uomo, leader di un partito assediato dalla magistratura, dove gli indagati e gli arrestati sono troppo numerosi anche per un paese dove la giustizia non viene più considerata un valore, in attesa di un giudizio dal Senato che valuterà l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per un’accusa infamante, sotto accusa per vilipendio alla Magistratura, che lancia discorsi carichi di livore e di odio contro quelli che chiama, con sprezzo del pericolo, “usurpatori della democrazia” – quando il governo è in carica secondo i dettami della Costituzione, non dopo un colpo di stato come poteva suggerire la sua richiesta di avere pieni poteri – voglia arrivare. Il punto è che si è già spinto troppo in là e che l’Italia che lui suggerisce traghettando i suoi adepti verso un inferno che nemmeno immaginano è ormai troppo pericolosamente vicina a Turchia e Russia dove un uomo solo al comando dirige a bacchetta coloro che, per interesse, sete di potere e bisogno di far parte di una oligarchia di governo esclusiva e spudorata, o forse solo per incoscienza, lo affiancheranno nella sua folle corsa verso lo schianto.
(17 gennaio 2020)
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