di Alessandro Paesano #HIV twitter@gaiaitaliacom #AIDS
Secondo i dati forniti dall’Istituto Superiore della Sanità in Italia le persone sieropositive sono tra le 125.000 e le 130.000. Tra queste tra le 12.000 e le 18.000 non hanno ancora scoperto la propria sieropositività.
Questo dato viene sottolineato dallo slogan Conosci il tuo stato scelto per il World Aids Day 2018(1 dicembre), un chiaro richiamo alla necessità di effettuare il test.
In occasione della Giornata mondiale di lotta contro l’Aids il portale dell’Istituto Superiore della Sanità EpiCentro continua la collaborazione con l’Ufficio di informazione Onu per l’Italia attraverso un testo e due videomessaggi:
Barbara Suligoi (Iss) fa il punto sull’epidemiologia di Hiv e Aids e Anna Maria Luzi (Iss) illustra le attività del Telefono verde Aids e Ist e del sito “Uniti contro l’Aids”
Il Telefono Verde Aids e Ist – 800-861061 dell’Uo Rcf dell’Iss anonimo e gratuito, disponibile in italiano e inglese, anche via Skype (nome utente: uniticontrolaids) e per le sole persone sorde anche via mail (tvalis@iss.it) sarà attivo dalle ore 10.00 alle ore 18.00.
E’ di questi giorni la pubblicazione dell’aggiornamento dei dati sulle nuove diagnosi da Hiv pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità.
Ricordiamo che in Italia la sorveglianza sulle nuove diagnosi di infezione da HIV istituita con Decreto Ministeriale nel 2008 ha raggiunto la copertura nazionale nel 2012.
Secondo i dati forniti dall’ISS (aggiornati al 31 maggio 2018), nel 2017 i casi di nuove diagnosi di HIV sono 3.443.Questo numero potrebbe aumentare in futuro a causa del ritardo di notifica
L’ incidenza (casi/popolazione) è di 5,7 nuovi casi ogni 100.000 residenti, molto vicina all’incidenza media dell’Unione Europea che è di 5,8 nuovi casi per 100.000 abitanti.
La maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’84,3% dei casi.
La trasmissione del virus è avvenuta tramite rapporti eterosessuali nel 45,8% dei casi (24,9% maschi e 20,9% femmine) e tramite rapporti tra maschi (MSM) nel 38%.
Il 76,2% delle nuove diagnosi dunque riguardano maschi.
Tra i maschi, la maggior parte delle nuove diagnosi HIV è in MSM(maschi che fanno sesso con maschi) mentre rimane costante il numero di donne con nuova diagnosi di HIV.
Come si vede questi dati riportano non già l’orientamento sessuale delle persone sieropositive ma il o la partner tramite cui si è contratto il virus.
L’età mediana è di 39 anni per i maschi e di 34 anni per le femmine.
L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di età compresa tra i 25 e i 29 anni (15,9 nuovi casi ogni 100.000 residenti di età 25-29 anni).
In questa fascia di età l’incidenza nei maschi è 22,8 e nelle femmine 8,8 per 100.000. In questa fascia di età l’incidenza non è cambiata nel tempo.
Nel 2017 i casi di AIDS segnalati sono 690, pari a un’incidenza di 1,1 nuovi casi per 100.000 residenti.
Purtroppo rimane immutato anche il numero altissimo, il 73,9%, di persone cui è stata diagnosticata l’infezione da HIV in AIDS conclamato (cioè all’insorgere dei sintomi dell’aids, dunque parecchio tempo dopo aver contratto il virus).
Persone cioè che pur avendo il virus da molto tempo non sapevano di averlo.
Dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono stati segnalati 69.734 casi di AIDS, di cui 44.814 deceduti fino al 2015.
Nel 2017 sono stati diagnosticati 690 nuovi casi di AIDSpari a un’incidenza di 1,1 nuovi casi per 100.000 residenti.
L’incidenza di AIDS è in lieve costante diminuzione negli ultimi quattro anni.
Se tra il 2012 e il 2015 il numero totale di casi di diagnosi di nuove infezioni è diminuita, dal 2015 a oggi il numero si è stabilizzato in tutte le modalità di trasmissione.
Come interpretare questi dati?
Nessuna nuova buona nuova?
Non proprio.
Il numero dei nuovi casi dovrebbe diminuire come succede nel resto d’Europa (secondo i dati dell’ufficio regionale Europe dell’Organizzazione mondiale della sanità (del 2017) e non rimanere stabile.
L’andamento delle nuove diagnosi di HIV nell’Unione Europea e nei paesi della Regione Europea secondo l’OMS
Che il numero costante di nuove diagnosi (l’83% delle quali per via sessuale non protetta) rimanga pressoché invariato negli ultimi 4 anni significa anche che lo Stato Italiano non riesce a fare una campagna di prevenzione efficace che rimane, insieme ai test e all’uso dei profilattico per ogni rapporto sessuale, il principale strumento di contrasto all’HIV.
L’ultima campagna del Ministero della salute, dello scorso anno (2017) che ha come testimonial Dario Vergassola e Giulia Michelini giocava su una morigeratezza dell’uso del profilattico (come dire pochi partner sessuali per abbassare il rischio) rientra ancora nell’alveo dello Stato etico che ti dice quanto sesso devi fare. Una campagna inaccettabile perché se anche voglio fare sesso con una caserma (di uomini o di donne poco importa) l’importante è usare il profilattico SEMPRE.
Questa campagna morigerata segue di CINQUE anni la campagna precedente (del 2012) ancora più ingessata dell’altra, che vedeva Raoul Bova come testimonial.
Molto più efficace il video di Barbara Suligoi…
(L’articolo è stato pubblicato nel pomeriggio del 30 novembre 2018 sul sito Gaynet-roma.it, che ringraziamo)
(30 novembre 2018)
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