di iiiTiii twitter@iiiiiTiiiii
Gaiaitalia.com ha ospitato mercoledì scorso l’articolo di Simone Alliva intitolato “Le parole e la paura: perché i rappresentati del movimento LGBT difendono Micaela Biancofiore?“ che in qualche modo stigmatizzava la misoginia di Pippo Civati che durante la trasmissione In Onda condotta da Luca Telese, che deve avere molti santi in paradiso per stare dove sta, aveva detto all’inutile esponente del Pdl ““stai dicendo scemenze”, verità sacrosanta, e dopo esse stato interrotto continuamente durante i suoi interventi.
Su Twitter Anna Paola Concia e ad Aurelio Mancuso si erano dichiarati contrari alla “misoginia” manifestata da Civati, con affermazioni che avevano francamente lasciato perplesso anche me, ma ognuno pensa ciò che vuole, tuitta ciò che vuole, l’importante è non farsi trascinare dalla “pancia” del social network.
Simone Alliva è un collaboratore di Gaiaitalia.com apprezzato e stimato e frequentemente scrive cose assai intelligenti ma questa volta, contenuto dell’articolo a parte rispetto al quale non diremo nulla, ha commesso due errori: il primo, cercare un titolo ad effetto che non corrispondeva alla realtà delle cose, il secondo parlare di Aurelio Mancuso come di un ex presidente nazionale di Arcigay approdato in Equality Italia, troppo sprezzante per poter essere condiviso.
Conosco Aurelio Mancuso da un ventennio e so con certezza che quando c’è stato da mettersi di traverso rispetto a molte delle questioni care al movimento Lgtb lo ha fatto senza pensarci due volte, pagando personalmente -come molti altri, chi scrive questo articolo compreso – un prezzo assai alto fatto di isolamento politico e a tratti, personale. Dire che criticando, forse con troppa veemenza, Civati si è difesa la Biancofiore è esagerato, ma questa pagina rispetta e pubblica con diritto di replica. Così dev’essere.
Aurelio Mancuso, da parte sua, ha risposto come mi sarei aspettato rispondesse, conoscendolo. Con intelligenza, ma commettendo un errore a sua volta: tacciando di “giovanilismo” Alliva che è sì giovane, ma non può essere una colpa. Si nasce quando è il momento. E se la sua giovane età lo mette in condizione di non conoscere molte cose che sono successe, molte battaglie fatte e perse per codardia non certo dei combattenti, molte promesse ricevute e mai mantenute, avrà la fortuna di potersi informare.
Quello che voglio dire è che, anche da punti di vista differenti, non si dovrebbe mai, tra coloro che sono impegnati per i diritti LGTB mettersi uno contro l’altro in nome di una presunta appartenenza a questa o a quella corrente politica a questo o al quel partito a questa o quell’associazione. Solo uniti si vince. E i fallimenti degli ultimi vent’anni sono frutto proprio della mancanza di unità.
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