di Giovanna Di Rosa
Con il bau bau di Augustissima Montaruli pensavamo di avere visto molto, quasi tutto, ma invece no. La comunicazione politica di questa destra così convinta di avere ragione su tutto, e che avrà ragione per sempre, da non preoccuparsi nemmeno di raccontarla bene quella roba lì che racconta. E saltano loro i nervi spesso, anzi, saltano loro i nervi in un attimo.
Venti febbraio 2025, Tagadà, ospiti la senatrice Ronzulli (FI), l’On. Furfaro del PD, il solito Iacometti di Libero che si scalda ad uso telecamere e si scalda troppo per quel che dice: si discute di intercettazioni e Russia e Meloni e Trump (non vorrete si discuta di lavoro, di come la gente arriva alla fine del mese, di quanto costa fare la spesa, di come vive la gente e inutilità di questo tipo, no?); a Furfaro non è stato permesso di articolare un pensiero – non che io muoia dalla voglia di ascoltarlo – fino all’episodio finale quando la sen. Ronzulli riesce ad esplodere con un roboante “Vai a fare la propaganda a casa tua” come se lei stessa fosse, invece, a casa propria.
Il livello della politica che vediamo in giro è indiscutibile, basta guardarli, dato che si mettono in piazza da soli, senza nemmeno preoccuparsi ormai di dare il meglio quando sono visibili dagli schermi di mezza Italia, anzi dando il peggio convinti di far bene. Ecco io non penso che facciano bene. E sono spaventata anche solo dall’idea di dove questo eccesso di mancanza di rispetto e di ascolto per l’altro ci porterà.
Certamente zittire l’interlocutore che può metterti in difficoltà quando i tuoi argomenti sono deboli o parlargli addosso per farlo confondere, o farlo innervosire, ancora peggio, è una tecnica che funziona: ma certamente non è politica.
(20 febbraio 2025)
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