L’Italia migliori le norme e adotti linee guida più “chiare ed esaustive” per risolvere e prevenire i potenziali conflitti d’interesse delle persone che “ricoprono incarichi esecutivi di alto livello”; non si citano parlamentari proprietari di quotidiani che totalizzano oltre il 98% di assenze in Parlamento. Un dettaglio.
Lo scrive l’ANSA citando il Greco, organo anticorruzione del Consiglio d’Europa, nel suo ultimo rapporto sull’Italia, secondo il quale le norme attuali chiaramente “non coprono e non possono coprire tutte le situazioni in cui gli interessi di un ministro o di un consigliere potrebbero influenzare, o sembrare influenzare, l’esercizio obiettivo e imparziale delle sue funzioni ufficiali”.
L’obbiettivo dell’organismo europeo è quello di valutare l’efficacia del quadro normativo vigente in Italia per la prevenzione della corruzione delle persone che ricoprono funzioni esecutive di alto livello come il presidente del Consiglio dei ministri, i ministri con e senza portafoglio, i sottosegretari, i commissari straordinari del governo. Greco, nel suo rapporto, rivolge in totale 19 raccomandazioni all’Italia per migliorare l’efficacia delle disposizioni sulla materia, di cui 13 riguardano le persone che ricoprono funzioni esecutive e altre 6 le forze dell’ordine.
Pur affermando che l’Italia dispone “di un quadro normativo di dimensioni considerevoli in materia di prevenzione e lotta alla corruzione”, avvisa che l’insieme disposizione è “complicato da applicare” e questo fa male alla sua efficienza. Punto debole che si manifesta con puntualità mortifera nella “regolamentazione dei conflitti di interesse”, debolezza confermata anche dal fatto che “nel diritto italiano non esiste una definizione generale della nozione di conflitto di interessi”, e che, tanto per rendere le cose più facili, “diversi testi ne affrontano aspetti diversi per differenti categorie di persone”.
(28 agosto 2024)
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