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Giornata Internazionale per i Diritti delle Donne tra mancata giustizia e opportunità negate

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di Alfredo Falletti

Ancora una volta si rende necessario creare un evento, un’occasione, un’evidenza che non dovrebbe esistere perché il rispetto, il riconoscimento di un essere umano dovrebbe prevalere su tutto. Eppure in pieno XXI secolo stiamo a celebrare qualcosa o meglio qualcuno da riconoscere, da tutelare nell’ambito della medesima umanità alla quale appartiene ma che sembrerebbe non alla stregua di tutti gli altri. 

Si tratta di quella larga fetta di popolazione (esseri umani) che, per puro accadimento fisiologico cromosomico, da sempre vengono alla luce come esseri di genere femminile. Umanità. Niente altro che umanità. Eppure siamo ancora alla ricerca di far ottenere a questa parte di umanità il diritto al rispetto per il loro essere, appunto, umanità.

Si potrà parlare di rispetto per le donne quando non sarà più necessario trattarle come “diverse” (trattamento non omologo a quello degli uomini ad esempio nella retribuzione al lavoro) o come “specie protetta” (le quote rosa sono un concetto orribile e confermano una discriminazione mai cessata e la necessità di una coercizione perché venga loro riservata considerazione quasi alla stregua di un privilegio) o addirittura necessitanti della creazione di un “reato tutto loro” (il femminicidio concettualmente fa delle donne dei soggetti vittime particolari, diverse).

Il comune denominatore di tutto ciò è l’atavica considerazione della donna come essere fondamentalmente inferiore per una cospicua parte di esseri umani, uomini, con la loro plurimillenaria convinzione di una donna comunque “minus”; concetto che si configura come lesione di tutti i diritti fondamentali dell’umanità; concetto discriminatorio, razzista, ottuso fino al parossismo che rende realmente e psichicamente inferiore chi arrivi a pensarlo.

Ed in tutto questo la religione, che sia cristiana, ebraica o islamica ha imposto alle generazioni di ogni tempo l’immagine di impurità, di pericolo, di demoniaca origine della donna: dalla mela di Eva alle streghe da bruciare; dalla profanazione fisica come l’infibulazione alla mortificazione sociale con abiti che ne coprano le fattezze fisiche fino all’imposizione dell’ignoranza ed alla relegazione al ruolo di schiava sino a ignoranza e analfabetismo imposto per legge, ancora oggi.

Si avrà rispetto per la donna quando non esisterà più una festa o una giornata della donna perché ogni giorno sarà festa in quanto essere umano esattamente come l’uomo, una festa che sottolinea torbidamente una diversità comunque esistente e granitica, dura a morire, per lasciare posto alla…normalità, al “semplicemente essere”.

Ed è paradossale, ma purtroppo ancora necessaria, anche il solo pensiero di dover istituire una giornata contro la violenza verso la donna già solo perché si sia resa necessaria a certificare il grado di concreta primitiva arretratezza della razza umana che ancora non riesce a fare a meno della violenza quotidiana, perfino tra le mura domestiche che dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo, un secondo corpo in cui vivere i momenti più grandi della propria vita piuttosto che quelli della propria morte.

 

(8 marzo 2024)

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