di Giovanna Di Rosa
La sfilata in tromba magna degli apparati di governo in cerca d’autore si infrange sul durissimo muro della realtà delle cose. Mentre Meloni inaugurava con profluvio di tamburi e tamburini il nuovo Frecciarossa Roma-Pompei, 107 minuti di viaggio una volta al mese (una volta al mese!), anche Salvini non ci faceva mancare nulla e si regalava la sua personale inaugurazione del treno che la sinistra ha promesso senza mai realizzarlo. E si capisce: il nuovo Intercity Napoli-Bari percorre infatti la distanza in 4 ore e 10 minuti senza-alcun-cambio-in-mezzo mentre il il diretto con il cambio a Caserta percorre la stessa distanza in 3 ore e 38 minuti. Con il bus si impiegano addirittura tre ore.
Però Salvini ha inaugurato il futuro: perché quando l’opera sarà finita (entro il dicembre del 2024) si impiegheranno soltanto 2 ore e 40 minuti per arrivare da un capoluogo all’altro raggiungendo “anche una velocità di 250 chilometri orari” (un tuffo nell’impossibile, diciamo) e un altro nell’imperscrutabile quando dal 2027, per fare le cose per bene ci vuole tempo, ci vorrà ancora meno: 2 ore per Napoli e di riflesso 3 per Roma. Un altro dei tanti miracoli del Salvini dei Miracoli al quale si sono rivolti i sindaci Antonio Decaro e Gaetano Manfredi che hanno richiesto l’attivazione di un diretto che copra in quattro ore e dieci minuti l’incredibile distanza di 219 chilometri.
Per Salvini, che guarda sempre avanti, con il cuore oltre l’ostacolo l’obiettivo “è di arrivare all’alta velocità”. Poi semplifica: “Oggi se qualcuno vuole salire a Napoli e scendere a Bari senza scali intermedi può farlo. Se preferisce non farlo, non lo fa”. Il trionfo della logica salviniana.
(17 luglio 2023)
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