di Redazione Genova
Sarà realizzata nell’ex stazione ferroviaria di Pra’ la “Casa delle tecnologie emergenti: opificio digitale della cultura”, il progetto del Ministero delle Sviluppo economico, ora Ministero delle Imprese e del made in Italy, che ha visto Genova tra le 7 città italiane ammesse al finanziamento. Lo ha stabilito la giunta comunale, su proposta del vicesindaco e assessore al Bilancio Pietro Piciocchi, ratificando l’adesione del Comune di Genova, come capofila del progetto di insediamento di un incubatore di imprese che vede il coinvolgimento di partner privati e di ricerca: Università di Genova, Fondazione IIT, Consiglio Nazionale delle ricerche – Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche “E. Magenes” e Istituto per le Tecnologie delle Costruzioni (CNR-IMATI-ITC), associazione Centro di Competenza per la Sicurezza e l’Ottimizzazione delle Infrastrutture Strategiche Start 4.0, Consorzio Ge-DIX Genova Data Internet eXchange, Digimat spa, ETT spa, Camelot Biomedical Systems srl, AizoOn Technology Consulting e Tim spa.
Lo sviluppo del progetto è di circa 2 anni.
La Casa delle Tecnologie Emergenti si configurerà come un centro di trasferimento tecnologico che coniuga le competenze scientifiche delle Università e dei Centri di Ricerca con le esigenze del tessuto imprenditoriale per l’applicazione e la diffusione delle tecnologie emergenti grazie allo sviluppo delle reti mobili ultra veloci (5G) e alla ricerca sulle reti mobili di nuova generazione (6G) attraverso la realizzazione di progetti di ricerca e sperimentazione finalizzati ad ampliare l’offerta di servizi e a migliorare quelli esistenti nel territorio, l’accelerazione di start-up e il sostegno al trasferimento tecnologico verso le imprese.
L’area di applicazione delle tecnologie emergenti della Casa delle Tecnologie emergenti di Genova sarà il settore dell’industria culturale e creativa. La proposta progettuale mira, infatti, ad accelerare e catalizzare nuove opportunità di mercato per le imprese della filiera culturale e creativa che possano sviluppare e fornire soluzioni Made in Italy in termini di servizi, tecnologie e prodotti abilitati da infrastrutture 5G/6G, ampliando l’offerta, la sicurezza, l’accessibilità e la fruibilità del patrimonio artistico e culturale indoor e outdoor, anche da parte dei soggetti più vulnerabili.
Il modello concettuale su cui si articolerà la CTE di Genova è quello di un museo diffuso, dinamico, immersivo, inclusivo, attrattivo ed esperienziale sul territorio che, a partire dai bisogni degli stakeholders della filiera (musei, cittadini, turisti, artisti, designer artigiani, restauratori, mondo dell’innovazione e pubblica amministrazione) catalizza la nascita e lo sviluppo di impresa nella filiera di riferimento. Il progetto prevede un budget complessivo del partenariato di oltre 12,6 milioni di euro, di cui a valere sulla quota FSC un importo di 8,6 milioni di euro cofinanziamento complessivo di 3,9 milioni di euro. Il budget per i partner del Comune di Genova è di 2,5 milioni di euro. In Italia esistono già sei Case delle Tecnologie (Bari, L’Aquila, Matera, Prato, Roma, Torino).