di Giovanna Di Rosa, #Politica
Di fronte ad una Bianca Berlinguer che non sapeva che pesci pigliare si è presentato un Matteo Salvini tronfio, prepotente e gonfio di aria fritta, si è seduto – gambe una sull’altra e piedi in avanti come se fosse a casa sua, poi se ne accorge e si ricompone – raccontando la nuova favola che recita “Ora che ci sono io andrà tutto bene”. Inanellando una serie di dichiarazioni clamorose: “Abbiamo deciso” – si riferiva al governo, ma lasciava intendere che lo avesse deciso lui – “che i vaccini potrebbero essere pronti in quattro mesi” dopo la messa a punto degli impianti. Poi chiude lì la questione. Colpo assestato. Si passa ad altro.
E’ stata la principale caratteristica dell’intervento del leader leghista, che ora comunica di essere padrone del governo, o almeno di sentirsi tale, e che minaccia “Ora che al governo c’è la Lega le cose cambieranno”, mettendo nel mirino la ministra Lamorgese. La giornalista non dice “Ah”, fa uno scivolone clamoroso – del resto siamo a “Carta Bianca” – dicendo in soldoni che Salvini ha vinto nel 2018, mischia populisti e sovranisti, tenta di recuperare di fronte a un Salvini che di lei se ne frega e continua il suo monologo senza contraddittorio, comunicando agli italiani il suo ci sono io al Governo e ora cambierà tutto.
Onnipresente in televisione, con un piede dentro il governo e l’altro fuori dal governo pronto a farlo saltare in aria quando gli farà comodo, Salvini attacca l’attaccabilissimo Arcuri – la sua destra estrema fortissimamente vuole Bertolaso al suo posto – che è come sparare sulla Croce Rossa, portando come esempio che se ci sono giri di milioni di euro poco chiari bisogna fare chiarezza, lui che è leader di un partito sui cui fondi le procure stanno indagando da mesi con storie di commercialisti ai domiciliari.
Sul Covid, sul contagi, sulle chiusure e riaperture nega ad ogni parola ciò che ha gridato in ogni dove fino a poche settimane fa, fino a pochi minuti prima di entrare nella grande coalizione [sic] che sembra nata più per affondare il Governo Draghi che per sostenerlo.
Berlinguer non è in grado di arginare il fiume torrenziale che le si scaraventa addosso. Miagola, mentre il leone dominante ruggisce come se il suo ruggire fosse eterno. E’ un’altra triste capitolo dell’informazione istituzionale di questo paese dove chi conduce non è in grado di opporsi, o non può opporsi, o non vuole opporsi, con argomenti convincenti ed ugualmente contundenti, a quello che la racconta come la vuole vendere.
(24 febbraio 2021)
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