di Giorgia Trinelli #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #perdire
… E così ti lamenti, lamenti e solo lamenti… Per la fila al supermercato, per la mascherina, per la quarantena, perché c’è il sole e non si può uscire, perché il cane abbaia, perché i bambini sono noiosi. Basta! Scusate, ma non se ne può più…
C’è il sole? Godiamocelo. Come possiamo. C’è la quarantena? Godiamocela: leggiamo, osserviamo, pensiamo, stiamo zitti.
La stragrande maggioranza di noi ha case confortevoli. Abiti e scarpe per venti vite. Abbiamo più cibo che fame (andate in Niger…); cosa vogliamo? C’è il Coronavirus? Poteva andarci peggio. Potevamo non essere qui a lamentarci. E, davvero, questa non è una guerra. Il nemico non è lì di fronte a noi pronto a spararci. Non lo vediamo, ma possiamo fare qualcosa. Cccupandoci di noi e degli altri, ad esempio.
Così come possiamo imparare di nuovo a conoscere ciò che non vediamo e a farci i conti. Come col pensiero, con l’ascolto, col silenzio, con la noia, coi problemi.
Ma forse il punto sta proprio qui?
Trovarci in una casa che non sentiamo nostra, con persone che non conosciamo, con situazioni che non sappiamo gestire? Sono cose che succedono quando si passa il tempo a lamentarsi. Poi finisce che non si sa più dove si è. Né perché ci si è finiti. Soprattutto se manca la comprensione del vivere.
(7 aprile 2020)
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