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Pedofilia, cardinale Pell incriminato. Il restyling di Bergoglio dura poco

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di Daniele Santi

 

 

 

“Andrò in Australia a difendermi”, è stata la reazione del cardinale Pell già arcivescovo di Melbourne e poi di Sydney ed ora prefetto degli Affari economici del Vaticano, incriminato per presunti reati di abusi sessuali su minori quando era sacerdote a Ballarat (1976-1980) e, poi, arcivescovo a Melbourne (1996-2001). Il porporato è stato chiamato a comparire davanti al tribunale di Melbourne il prossimo 18 luglio.

Inutile sottolineare che ci aspetteremmo una processione contro il demonio a Reggio Emilia, almeno uguale a quella che fecero contro il Gay Pride agli inizi di giugno, ma sappiamo come muore chi vive sperando, così ci affideremo alle parole del papa argentino, quello del malriuscito restyling vaticano, quello che è simpatico a tutti e che ha citato uno dei santi cattolici per dire “siamo sconvolti, ma non disperati”. Era la cerimonia dei Santi Pietro e Paolo, e il cardinale Pell non era presente, evidentemente in altre faccende affacendato.

Bergoglio, che di pubbliche relazioni ne sa sennò bye bye restyling vaticano, ha subito disposto che Pell sia posto in congedo da tutti i suoi incarichi vaticani per tutta la durata del processo.

 

 

 

(29 giugno 2017)




 

 

 

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