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#Visioni di Mila Mercadante, Maria Elena Boschi e i troppi mascheroni incresciosi

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di Mila Mercadante  twitter@Mila56102367

 

 

 

foto ANSA/ALESSANDRO DI MEO
foto ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Tra i tanti mascheroni incresciosi che affollano il Palazzo quel bel visino, per contrasto, risulta ancora più gradevole. Maria Elena Boschi, studiosissima, viene descritta come uno dei politici migliori dell’era squallida e mediocre della Leopolda e de #lavoltabuona.

 

In queste ore la ministra si è messa un po’ in disparte, armonizza con lo sfondo della scena, abita la zona franca in cui trovano rifugio temporaneo tutti i potenti e le autorità quando vengono presi di mira, quel tantinello che serve mentre infuria una tempesta, tanto alla fine tutto si rimette a posto da sé.

 

Non è mai esistito un governo nel nostro paese che non abbia avuto problemi con un conflitto di interessi, adesso è il turno della preferita di Renzi. Il conflitto di interessi che coinvolge la Boschi è vecchio di un anno. Renzi, solerte e generoso, volle aiutare la famiglia Boschi all’inizio di gennaio del 2015, varando una riforma delle banche popolari che pareva proprio fatta ad hoc per salvare Banca Etruria, la quale tra l’altro venne pure commissariata in ritardo. Accadde che nei pochi giorni che precedettero il varo di quella riforma e nei giorni immediatamente successivi all’approvazione, furono effettuate manovre finanziarie molto sospette: per favorire la banca in questione furono acquistati titoli che poi vennero subito venduti in modo da ottenere un plusvalore di 10 milioni di euro, fruttando alla banca un aumento delle quotazioni del 57% in poco più di dieci giorni. Non è una cosetta di poco conto, è un fatto grave.

 

Chi effettuò quelle compravendite, e da dove? Non si è mai saputo. Qualcuno fece girare il nome di Davide Serra, grande amico di Renzi, fondatore e amministratore delegato del Fondo Algebris, nella cui sede londinese si tenne una riunione a proposito della riforma delle popolari ancor prima che il premier ne discutesse in Italia. Serra uscì di scena dopo aver negato di aver mai acquisito e venduto titoli azionari di banche italiane nel periodo dall’ 1 al 19 gennaio. Consob e Adusbef puntarono il dito sulla faccenda e la Procura di Roma avviò un’indagine contro ignoti per speculazione illecita. Non sappiamo come sia andata a finire l’indagine ma lo immaginiamo, visto quel che è accaduto in questi giorni ai clienti di Banca Etruria e delle altre tre popolari che nessun controllore ha controllato. Anche allora qualcuno formulò delle domande precise alla ministra Boschi. Un silenzio tombale ci ha accompagnati fino a oggi.

 

E’ già troppo tardi per chiedere alla ministra di dimettersi e di fornire spiegazioni valide e inconfutabili: in un Paese normale avrebbe dovuto lasciare il suo incarico nel febbraio scorso. Anche il premier in qualche maniera è coinvolto in questa storia e avrebbe dovuto e dovrebbe rispondere ad alcune domande. Noi che ci siamo abituati a tutto e che non sappiamo neanche più cos’è che ci manca e cosa ci hanno tolto, oggi possiamo star certi che nessuno scandalo e nemmeno il suicidio di un risparmiatore valgano la pena di un cambiamento. I cittadini truffati probabilmente saranno risarciti, Boschi resterà al suo posto e farà ancora carriera. E’ il destino che spetta ai membri delle Istituzioni: esercitare dominio e godere di privilegi, talvolta senza merito e senza dignità. E’ un destino tutt’altro che invidiabile che non è detto riguardi solo la Ministra Boschi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(12 dicembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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