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Tra Leopolda e nostalgici del far saltare Prodi per un voto

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di Daniele Santi

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Il partito Democratico è ancora una volta diviso. E’ diviso tra la Leopolda di Matteo Renzi e di tutto quello che si muove attorno ad essa, con una serie di interventi più che convincenti sentiti questa mattina in diretta streaming, con alcune belle storie di giovinezza e determinazione, e la convention della sinistra [sic] del partito che a Roma sembra ripercorrere il quant’era bello far saltar in aria Prodi per un voto e la solita nostalgia dell’arrotolarsi attorno al proprio ombelico e farsi le fusa. Politicamente parlando.

 

La guerriglia tra la sinistra [sic] del Pd e la maggioranza renziana, con interventi della genialata di #sinistraitaliana si combatte anche a suon di tweet che vengono postati a ripetizione dall’una e dell’altre partie. Slogan più moderni quelli renziani, più nostalgici quella della sinistra [sic] del partito. Alcuni lie trovate qui di seguito

 

 

 

Ci sono poi i post che vedono protagonisti Nichi Vendola, che insieme a Cofferati, Fassina rappresenta il Vecchio che si traveste da Nuovo e claudicante tenta di traghettare la propria bara verso l’altra sponda del fiume. I suoi argomenti sono la solità umiltà, la solità demagogia, il solito pesci-Vendolismo, faccio la coalizione così ho i voti per il parlamento ed appena eletto esco dalla coalizione. Lo abbiamo visto cento volte. Anche loro, sono quelli di Sinistra Italiana che si davan per scomparsi, sono riuniti contro la Leopolda, che è il Nemico, a Napoli.

 


Dal convegno della sinistra [sic] Pd, che è poi quella che era al governo con Prodi che poi Prodi ha fatto saltare per un voto e che ora rimpiange Prodi perché non è più al governo con quella sinistra [sic] Pd che essendo al governo al tempo di Prodi poteva far saltare Prodi, giungono frasi rassicuranti sul rapporto con il governare e la necessità di stabilità economica: “Dobbiamo ricordarci che un comune non è un’azienda e un sindaco non è un’amministratore delegato”; e con il far quadrare i conti come la mettiamo? Una famiglia è un’azienda? No, ma se non fa quadrare i conti non ha i soldi per mangiare. Cosa mi sono perso? Devo essere io che ho un rapporto bizzarro con la politica di governo ed i conti quotidiani. Quasi che per pagare gli stipendi non fosse necessario far due conti. Comunque andiamo oltre…

 

Della Leopolda parleremo a manifestazione conclusa. La sensazione però che ho da qui, mentre sto cercando di seguire per questo giornalucolo online per il quale scrivo i tre eventi (sinistra [sic] Pd, Leopolda e #sinistraitaliana) è che mentre comunque a Firenze si respira un’aria entusiasmante (ad usum renzorum) che porta a fare proposte ed a costruire dialoghi e progetti, a Napoli e a Roma si respiri la solita insopoportabile aria della sinistra post-comunista che parla a sé stessa e, da perdente, continua a parlare a sé stessa da perdente. Poi potrò macari sbagliarmi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(12 dicembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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