di Iosonodio
Lei era la maestrina col vestito della festa che posava con il ginocchio flesso il giorno della sa investitura a portavoce [sic] del M5S insieme a Vito Bradipo Crimi e che portava in Parlamento l’integrità morale del cittadino che si vendica del politico e con voce querula (come quella di Fico, presidente della Commissione di Vigilanza RAI solo sotto elezioni) grida le sue incongruenze anti-sistema condendo la sua insulsa queirmonia con “cerchiamo di essere molto chiari”, senza poi dire nulla.
Lei era quella che domenica notte verso mezzanotte, quando ormai le tendenze di voto erano così chiare che le avrebbe viste anche un cieco che vota Forza Nuova, diceva che “aspettava risultati certi”, quando i risultati erano certissimi, trattandosi non di exit-poll, ma di proiezioni s voti già scrutinati. Un genio. Il M5S ne è pieno.
Lei è la Signora del Non So Quel che Dico, ma mi dicono di aprir bocca così sono costretta a farlo: è la Maestrina col vestito della festa all’uscita della Chiesa la domenica mattina che guarda con invidia la ricchezza altrui e sposa l’uomo benestante per. Lei è il simbolo, con il suo capo, del fallimento dell’arroganza che acceca. La dimostrazione che vincere non basta. Poi bisogna saper fare. Senza integralismi.
(26 maggio 2014)
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