di Giovanna Di Rosa
E mentre il sottosegretario alla Difesa americano lancia dalla conferenza stampa post-trionfo [sic] tutte le minacce possibili arrivando a dire “Quello che il Presidente ordina va eseguito”, (e c’è davvero da cominciare a chiedersi seriamente dove sta realmente il pericolo), un’Italietta sempre più prona a un governicchio che fa quello che ritiene di dover fare, non avendo idea di cosa fare sul serio, dichiara soavemente: “L’Italia continuerà a impegnarsi per portare al tavolo negoziale le parti”: cioè Meloni continuerà a sentirsi al telefono con i vari primo ministro del Regno Unito Keir Starmer, con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, prevedendosi nelle prossime ore previsti ulteriori colloqui con i principali alleati e leader della regione.
Dall’elenco manca Macron che è l’unico che conta sul serio perché è la Francia – e non l’Italia – a essere uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e, in quanto tale, con diritto di veto. Piaccia o no.
Così a Meloni tocca consolarsi con un “un lungo contatto telefonico tra Meloni e la segretaria del Partito democratico Elly Schlein“, come da nota del Nazareno ripresa dal Corriere.
A margine di queste notizie irrinunciabili c’è poi la solita dichiarazione del ministro degli Esteri Tajani, quello statista inarrivabile che pochi giorni fa si vantava in televisione di avere telefonato a Nethanyahu e agli iraniani dicendogli di piantarla, che ci tiene a precisare che “L’Italia non è stata informata prima dell’attacco, anche se era nell’aria“.
E come al solito si spiega male: era l’attacco ad essere nell’aria o il fatto che l’Italia non sarebbe stata informata, perché se si informa bisogna informare bene.
Bisognerebbe aggiungere poi, lo diciamo con rispetto al ministro Tajani, che probabilmente l’Italia non è stata avvisata dell’attacco perché non è così centrale nello scacchiere internazionale come i lacchè del governo sbraitano su ogni canale telvisivo disponibile, su ogni divano disponibile, alle sempre meno numerose orecchie disponibili ad ascoltarli. Parrebbe infine certo che “non sono partiti aerei dall’Italia“. Lo si dice ai giornali perché i terroristi filo-iraniani ascoltino.
L’Italia ha come obiettivo “ogni sforzo per la de-escalation”: ha poi continuato Tajani, confermando che questo governo non si sveglia dal sogni di onnipotenza dentro il quale si è cacciato e non sa da che parte andare.
(22 giugno 2025)
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