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A proposito del coming out di Anton Hysen, un intelligente (ma omofobo) commento di Eurosport.yahoo

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Anton Hysen è gay. Di notte, di giorno, tra le mura domestiche e magari anche altrove, il figlio dell’ex difensore di Fiorentina e Liverpool Glenn, ha dei rapporti sessuali con… (tenetevi forte) un altro uomo!

Un altro UOMO. È gay dunque. O meglio, è il primo giocatore svedese a confessare la sua omosessualità. Chiudete le boccacce spalancate, trattenete il sospiro proferito, lasciate che le pupille tornino a rilassarsi all’interno dell’orbita oculare dilatata, evitate di correre nella stanza accanto per spalancare la finestra urlando l’ultimo scoop. Stiamo parlando della nazione scandinava nella quale una donna lesbica può diventare vescovo. La medesima in cui il ministro della Cultura e dello Sport nel 2007 apriva il Gay Pride. La stessa risultata solo un’estate fa, la più gay-friendly d’Europa!

Eppure qui nel Bel Paese, il fatto che un ragazzo di 20 anni vada a letto con un altro ragazzo fa ancora notizia (per non dire scalpore). L’esterno sinistro dell’Utsiktens BK, squadra di quarta divisione allenata dal padre Glenn, ha rilasciato un’intervista al magazine ‘Offside’ riconoscendo come il proprio outing potrebbe compromettere la sua carriera. “So che tutto sarà diverso dopo questa intervista. Esiste gente che non riesce a convivere con gli omosessuali così come esistono razzisti che non riescono ad accettare gli stranieri. Alle volte un club si interessa a me ma poi l’allenatore cambia idea dopo aver scoperto che sono gay. Ma non mi importa, adesso tutti lo sanno e credo che sarà incredibile. Possono dirmi quello che vogliono, potranno solo motivarmi di più”.

A me viene da ridere. A voi? Eh già perchè la paura del giocatore mi sembra una splendida provocazione costruita ad hoc dalla mente geniale di un giornalista particolarmente informato sulla bigottaggine che fa di certe Nazioni, le terre della morale e del perbenismo proferito e mai applicato, dove chi le rappresenta immola i gay a nuove Giovanne d’Arco da gettare nel fuoco (ovvio, le parole hanno meno violenza del significato che vogliono assumere) utilizzando poi la propria alcova come culla di orgie all’insegna dell’edonismo sfrenato giustificato dal potere.

Hysen, cresciuto in una famiglia di giocatori, era arrivato a militare nel massimo campionato con l’Hacken ma i troppi infortuni ne hanno compromesso il rendimento ed eccolo ora giocare nella squadra allenata dal padre. Quasi a voler dire: solo mio padre accetta in campo un calciatore gay. E allora sapete cosa? Io invoco Platone e il mito della caverna. Invoco il mondo intelligibile e la liberazione dalle catene per tornare a vedere la luce. Perchè se Aristotele, Seneca, Alessandro Magno, Oscar Wilde. Se Leonardo Da Vinci e altri miliardi di uomini del passato potevano osannare la propria omosessualità come vessillo di grandezza (“amo a tal punto il mio essere maschio dall’amare l’altro maschio”), oggi tutto si fa per trovare consensi. Seguaci. Pubblicità forse. Perchè se Magno conquistava il Mondo e Da Vinci si celava dietro al sorriso più bello e beffardo della storia, un qualsiasi giocatore di una qualsiasi banalissima squadra, oggi, ha bisogno di spiattellare al mondo ottuso la sua omosessualità per trovare la sua copertina.

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