di Daniele Santi
Secondo il ministro delle Infrastrutture giustamente fiero della sua riforma del codice della strada – e chi non sarebbe fiero, tra gli Italiani, di qualcosa fatto che ha fatto – i dati sui morti in incidenti nelle prime due settimane di riforma sono calati fino a 50, da 67 che erano nello stesso periodo del 2023. Miracolati, più che salvi. In omaggio al personaggio.
Secondo l’Asaps le cose non stanno così. Scrive l’associazione sul suo sito ufficiale: “Nei giorni scorsi il Ministro Salvini ha dichiarato “Nei primi 15 giorni di vigore del nuovo codice i morti sono diminuiti del 25% passando dai 67 del 2023 rispetto ai 50 dello stesso periodo di quest’anno”. (ANSA). La dichiarazione è stata poi ampiamente ripresa da tutti i media. Tale dichiarazione appare fuorviante ed imprecisa in quanto i dati, riportati dal Ministro come generali, si riferiscono solamente agli scontri mortali rilevati da Polizia Stradale e Carabinieri che rappresentano solamente il 34% degli incidenti con lesioni rilevati in Italia, in quanto il restante 66% viene rilevato dalle Polizie Municipali (fonte Istat 2023) (…)” il rilevamento, continua il sito, “sviluppato in collaborazione con ALG (Associazione Lorenzo Guarnieri onlus), peraltro sottostima la mortalità in quanto non tiene conto dei morti entro 30 giorni dall’evento. Da questi dati pubblici e documentati risulta che nei 15 giorni successivi all’entrata in vigore delle modifiche al codice della strada sono morte sulle strade italiane almeno 111 persone, più del doppio delle 50 dichiarate dal Ministro. La mortalità nello stesso periodo di 15 giorni rilevata da dati pubblici da ASAPS nel 2023 risultava essere di 110 persone mostrando quindi una STABILITA’ rispetto al 2023 e NON una riduzione del 25%, della quale peraltro saremmo stati molto felici”; l’articolo continua qui e andrebbe letto.
Certo la tentazione di infierire è tanta, ma non se ne farà niente. Perché non si può contestare gratis un uomo la cui unica colpa è quella di riuscire a contestarsi da solo, con le sue azioni e le sue parole, perennemente alla caccia com’è di un consenso che lo riporti ai fasti del Papeete quando la sua popolarità era tale che si sentì di dover chiedere pieni poteri e infatti cadde il governo e Salvini con esso. Dunque ora, in attesa del miracolo del Ponte sullo Stretto (del quale, avrete notato, non parla più) al quale, naturalmente, non verrà applicato il nome dell’augusto fautore di simile miracolo – non si può certo giocare con la posterità quando si è convinti di essere in vita.
Dunque si dà seguito alla nota costumanza del ne butto lì una al giorno tanto almeno i miei ci crederanno (sono sempre meno, ma è un dettaglio) mentre chi le cose le sa sul serio, tocca citare di nuovo l’Asaps, si augura che “venga risolta a livello ministeriale la carenza relativa alla raccolta dati sugli incidenti stradali e alla sua tempestività” commentando che, nonostante la propaganda, “sulle strade italiane purtroppo si continua a morire come nel 2023“.
E figurarsi se posso averne testimonianza diretta di queste cose qui, io che la patente non l’ho mai presa, non ho mai guidato e mai mi siederò a un posto di guida.
(5 gennaio 2025)
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