Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 luglio scorso, il DPCM che prevede una riforma dei criteri con cui la pubblica amministrazione acquista i servizi di informazione, con particolare riferimento alle agenzie stampa, un decreto di quelli che tengono alta l’attenzione sulla qualità dell’informazione, firmato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria Alberto Barachini (Forza Italia). E sappiamo quanto Forza Italia poco a che fare abbia [sic] con il mondo dell’informazione…
Quelli che gridavano paonazzi contro i DPCM del governo Conte non chiariscono, leggetevi il decreto, come il Garante dovrà agire rispetto all’individuazione dei produttori di fake news – basterebbe pochissimo: ad esempio spulciare tra i vari troll dei siti che sostengono le destre, ad esempio – ma stabilisce che le pubbliche amministrazioni dovranno acquisire servizi e notiziari da un “elenco delle agenzie di rilevanza nazionale”, per entrare nel quale elenco le agenzie stampa dovranno soddisfare diversi requisiti: primo tra tutti quello di avere un minimo di 50 giornalisti assunti ad almeno 400 notizie pubblicate al giorno.
Il Garante avrà il compito di “assicurare la qualità delle informazioni e impedire la diffusione di fake news”, insomma una specie di plenipotenziario in vista di un ridisegno, volete scommettere, dell’assegnazione dei contributi pubblici all’editoria – che noi, ad esempio, non riceviamo né avremo mai i requisiti per richiedere.
Le battute sugli attacchi di augusti mariti ai ministri degli Esteri di stati alleati e componenti dell’UE le lasciamo per un altro momento.
(29 luglio 2023)
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