di Paolo M. Minciotti
Così Meloni d’Italia o della Tolleranza ha apostrofato l’attivista LGBTIQA+ che ha avuto l’ardire di interrompere l’augusto comizio pubblico, senza contraddittorio direbbe la sua destra, che rivendicava una legge contro l’omofobia e le discriminazioni: “Avete già le Unioni Civili. Cosa volete ancora?”, al cui seguito mancava solo l’inevitabile “Che cazzo volete ancora?” che Meloni non ha detto.
Che lo abbia pensato non è dato saperlo, certo è che fumantina come vuole apparire deve avere faticato non poco per non travalicare i limiti della decenza già messa a dura prova dalla sua lunga gonna plissettata; ciò che l’incidente conferma sono necessariamente due cose: Meloni ha un problema di intolleranza ed omofobia a livelli di guardia, non si spiegherebbe altrimenti il suo “avete”, con l’implicito “voi” che delinea un confine invalicabile tra ciò che è normale per Meloni e ciò che Meloni detesta; il palco non ne la fa bene perché esce con chiarezza quasi lancinante che la vera Meloni è quella che grida al comizio di Vox in Spagna, quella omofoba, cristiana, sessista e misogina, per la famiglia tradizionale [sic] e, soprattutto, assai più di estrema destra di quello che pretende di raccontare.
Del resto a Cagliari Meloni parlava al suo popolo, quello che la voterà comunque e a loro ha diretto lo sbagliatissimo “Avete già le Unioni Civili. Cosa volete ancora?” che ancora rimbalza nelle orecchie di tutti gli altri quelli che non vogliono la via crucis per chi non rientra nei canoni meloniani e per i quali le liste di proscrizione, il dito puntato contro le donne costrette ad abortire, la traduzione delle leggi esistenti ad uso neofascista, il presidenzialismo che Mattarella si deve dimettere se passa, sono cose che nemmeno vogliono sentire da lontano.
Il “Che cazzo volete ancora?” non c’è stato, era più necessario il “Posso andare avanti ora?”, che ha rese chiarissime le priorità di Meloni miracolata chissà per quanto…
(3 settembre 2022)
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