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Eccola Meloni la riformista: ”L’ideologia gender ha come obiettivo la scomparsa della donna in quanto madre”; in linea con la Russia, diciamo….

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di Giovanna Di Rosa

Eccola Meloni la riformista che incomincia da dove la Russia rilancia e alla conferenza programmatica di FdI del “saluto romano antistorico” e non contro la costituzione antifascista parte in quarta contro ”L’ideologia gender” che “ha come obiettivo la scomparsa della donna in quanto madre”. Posto che la teoria gender non esiste spieghi dove ha trovato questa favola ispiratrice della “scomparsa della donna in quanto madre”.

Ma non può, Meloni d’Italia, perché è presa tra una passerella e quattro slogan con la “M”: mamma, merito, mare e marchio che sarebbero le priorità del governo reazionario che Meloni regalerà a chi la voterà preda di cieco furore ideologico. Parte dalla mamma perché ”L’identità femminile è sotto assedio, si vuole distruggere la forza simbolica della maternità”, uno dei tanti slogan lanciati al vento ad uso applauso. Quindi parla di merito e dice ”La scuola italiana deve tornare a valorizzare il merito” dando la colpa a “decenni di dominio post sessantottino” e dimenticando che le peggiori riforme dell’Università possibili vengono da Gelmini ministro dell’Università, quando a governare era la sua parte politica, quella di Meloni  – che se ci va bene la società basata sul merito sarà applicata anche alla politica. Poi rilancia il ministero del Mare: ”Da tempo” [sic] “proponiamo un ministero del Mare che possa mettere in relazione tutte le attività del mare, dalla pesca alla nautica, al turismo balneare”, e su Rai3 riesce a dire che l’industria del turismo non funziona: faccia un salto in Emilia-Romagna. Lì le lezioni le danno gratis. Ma l’occasione è quella degli slogan e quindi Meloni d’Italia si lancia all’arrembaggio “continueremo a difendere i nostri balneari” e quindi riprende in mano la questione del marchio Italia: ”Mentre tutti volevano comprare i marchi italiani, noi li svendevamo…”: ma a svenderli erano imprenditori italiani, legittimi proprietari del marchio che, secondo le leggi di mercato, delle loro aziende fanno ciò che vogliono a meno che Meloni non voglia statalizzare, sempre per stare in linea con la Duma più che con l’Italia.

Insomma la prima giornata della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia è stata tutta uno slogan, in linea con quel padre politico che l’ha fatta ministro senza portafoglio della Gioventù nel governo del disastro economico 2008-2011 e dello spread alle stelle. Le soluzioni ve le proporranno dopo il voto e, davvero, anche questa volta ci sarà da ridere. Perché ci si può rifare il trucco finché si vuole ma se sovranisti di destra si è, tali si rimane.

 

(1 maggio 2022)

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